Comunicato CLAP

Il 2012 è iniziato all’insegna del rincaro di ogni bene, essenziale e non, (benzina, caffè ma anche pane, latte..) e con la previsione di maggiori tasse da pagare per ‘rimediare’, come ci spiega il nuovo primo ministro, ai problemi di bilancio nazionale. In questi anni i lavoratori  hanno visto i propri salari rimanere fermi mentre tutto intorno diventava più caro, il loro lavoro veniva ulteriormente precarizzato e minacciato dai tagli e dalle ‘ristrutturazioni’, i servizi cui loro e le loro famiglie avevano diritto ridursi o trasformarsi in prodotti a pagamento. Le tasche sono vuote, il cassiere è scappato con la cassa e non c’è possibilità di rialzarsi se le condizioni sono quelle prospettate in questi giorni. In aggiunta a questo, nella nostra città un’amministrazione corrotta ha rubato a piene mani, indifferente di fronte al precipitare delle condizioni lavorative, del tasso di disoccupazione in aumento, delle fabbriche che chiudono, delle famiglie che a centinaia si trovano per la prima volta sulla soglia della povertà e si affacciano ai cosiddetti ‘servizi sociali’ ormai ridotti da tempo a muri di gomma contro cui le richieste d’aiuto rimbalzano a causa della quasi totale mancanza di finanziamenti. Per questo oggi è impossibile aspettare indifferenti che la mannaia cada sulla nostra testa,  ci opporremo a qualsiasi aumento della pressione fiscale sui lavoratori precari, sui lavoratori in mobilità e cassintegrati, sulle famiglie in cui un componente ha perso il lavoro negli ultimi due anni, su chi ha presentato domanda per la casa popolare o di emergenza abitativa. Non siamo più disposti a pagare, abbiamo già dato, è ora che paghi chi ha da pagare.

Per la ripresa della lotta di classe sui luoghi di lavoro!

Coordinamento dei lavoratori autorganizzati  Parma

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Nasce il CLAP

Si è costituito a Parma un Coordinamento di lavoratori accomunati dalla volontà di reagire ai continui attacchi che la classe padronale e i suoi governi stanno portando alle nostre condizioni di vita e di lavoro.

Il punto di partenza del Coordinamento è la consapevolezza che finora la reazione dei lavoratori è stata inadeguata anche grazie al ruolo giocato dai sindacati confederali, che, indipendentemente dalle intenzioni di molti tesserati della base, risultano essere argini del conflitto sociale e dunque strumenti di conservazione del sistema, nonché spesso controparte rispetto ad ogni gruppo di lavoratori che cerca di muoversi autonomamente per difendere i propri interessi.

Il Coordinamento individua nell’autorganizzazione delle lotte il terreno su cui è oggi possibile unirsi, al di là dell’appartenenza a questo o a quel sindacato, per cercare di reagire, iniziando col mettere in collegamento i lavoratori – italiani e immigrati –  dispersi sul territorio e provando così a rompere l’isolamento che ci rende deboli e vulnerabili.

Il Coordinamento ritiene anche necessario avanzare una critica complessiva al sistema capitalistico, poiché soltanto la fine di questo regime economico fondato non sugli interessi collettivi ma sui profitti di un’esigua minoranza, potrà garantirci un futuro libero da sfruttamento e disuguaglianze sociali, ora in crescita a causa della crisi.

Gli obiettivi generali del Coordinamento sono dunque:

promuovere la nascita di assemblee e di comitati di lotta che uniscano i lavoratori, indipendentemente dalla tessera sindacale che si ha o non si ha in tasca e al di là delle categorie, sul terreno concreto del conflitto: lotta contro i licenziamenti, contro i tagli al salario diretto e indiretto (servizi), contro le leggi anti-sciopero, sostegno ai picchetti, ecc. nella prospettiva di creare un ampio fronte di classe capace di opporsi alle continue aggressioni padronali;

diffondere sui luoghi di lavoro e nelle piazze l’anti-capitalismo – ossia la consapevolezza dell’inconciliabilità fra gli interessi dei lavoratori e quelli del sistema capitalistico – e l’anti-istituzionalismo – ossia la consapevolezza che le cosiddette “istituzioni democratiche” sono in realtà lo strumento di dominio della classe dominante, e che dunque i lavoratori, per difendere realmente i propri interessi, devono cominciare ad autorganizzarsi.

PER LA RIPRESA DELLA LOTTA DI CLASSE!

Coordinamento Lavoratori Autorganizzati – Parma (CLAP)

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IL LICENZIAMENTO POLITICO DI UN OPERAIO FIAT

Venerdì 9 Dicembre dalle ore 21:00 presso il circolo ARCI  ZERBINI  piazza Santa Caterina 1 (via Bixio) Parma, in solidarietà e sostegno a Francesco Ficiarà, detto Falce, un operaio scomodo.

 

 Quindici anni fa venne licenziato per motivi politici, e riassunto dopo anni di disoccupazione e cause legali interminabili. La Fiat sa che il  licenziamento non sarà indolore. Pretestuoso e grezzamente costruito ad arte, è semplicemente un monito per tutti gli operai del gruppo Fiat (non solo)  a tenere la testa bassa!

Francesco è stato sempre in prima linea negli scioperi e nei picchetti per difendere il salario, la salute e la sicurezza nel proprio luogo di lavoro, e ora viene licenziato, con il beneplacito dei sindacati presenti in fabbrica che non indicono nemmeno un’ora di sciopero in suo favore. I delegati sindacali tacciono o prendono posizioni filo-padronali. Proprio mentre padron Fiat ringhia, loro si dileguano e si comportano come se la cosa non li riguardasse. La palla ora è in mano agli altri operai che Falce lo conoscono, che sanno quanto ha sempre fatto per il bene di tutti, non solo nelle lotte collettive, ma anche in quelle individuali contro la dirigenza aziendale, soprattutto in termini di sicurezza e di agibilità politica per tutti gli operai non chinati al volere padronale.

 Questo è il ruolo del Coordinamento nato dalla necessità di una risposta di classe dei lavoratori, per una rete d’informazione e solidarietà  di tutte le realtà in lotta.

 

All’iniziativa sarà presente Francesco Ficiarà per raccontare ai presenti la sua esperienza.

 

Coordinamento Lavoratori Autorganizzati – Parma  (CLAP)

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Assemblea per l’autorganizzazione e per la lotta di classe

Continuano gli incontri unitari, dopo l’assemblea pubblica con tema “Crisi e Lotta di Classe”, tra varie realtà sindacali di base e organizzazioni politiche.

Il prossimo incontro sarà:

GIOVEDì 17 NOVEMBRE ALLE ORE 21 PRESSO IL CIRCOLO ARCI MINERVA

Via Carmignani 1 (quartiere Montanara).

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La Lunigiana, la Val di Vara, le Cinque Terre devastate.

Paesi spazzati via dalla furia della natura. Questo è il risultato dell’ennesimo evento catastrofico che colpisce il nostro paese. Non c’è anno che non venga segnato da un evento nefasto che ha come protagonista la natura. Una natura che si ribella alla violenza e alla ferocia con cui l’uomo la saccheggia. Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria e se questa è la reazione della natura, immaginatevi quanto è brutale l’azione dell’uomo a cui reagisce.

Quest’anno è toccato a questo territorio, la Lunigiana storica, una zona montagnosa a cavallo tra le province di La Spezia e Massa-Carrara. Scatta immediata la macchina dei soccorsi, …dei soccorsi?! Scatta la macchina del controllo del territorio. Immediata, rapida, rapace. L’avvoltoio del business è già pronto a spolpare la carcassa del territorio devastato.

Siamo stati ad Aulla, in provincia di Massa Carrara, e lì la prima sensazione, vedendo questa enorme “macchina” in funzione, la Protezione Civile (?), è di quanto sia inutile. La prova più lampante di quanto lo stato non serva per il cittadino. Efficiente per bombardare paesi a cui rubare petrolio, gas e altre risorse, efficiente per difendere gli interessi delle lobby economico-finanziarie, efficientissimo nel reprime il dissenso e la contestazione popolare, inesistente per aiutare un popolo in difficoltà.

Aulla, una cittadina sotto al fango nella quale vagano un’imponente quantità di mezzi e persone, la maggior parte dei quali non sanno cosa fare. Non ricevono istruzioni, ci dicono, e senza quelle non si possono muovere. La tensione è alle stelle, abbiamo parlato con alcuni abitanti che stanno cercando di ripulire le strade e ci raccontano delle difficoltà che incontrano soprattutto nei rapporti con la Protezione Civile. Molti hanno messo i loro mezzi a disposizione, camion, ruspe, fork-lift, ma devono lavorare quasi di nascosto; alcuni, ci racconta un uomo su un Merlo, un grosso fork-lift, anche con la paura di essere denunciati. Parliamo con un vigile del fuoco chiuso nel suo Bobcat, e ci dice che il suo compito è fare mucchietti di fango e spostarli da un punto all’altro. Mancano però i mezzi con cui portarlo via e non sanno ancora, poi, come smaltirlo.

La frustrazione è grande. E si sfoga con i politici. Venerdì scorso una carovana di autoblu con Matteoli, alcuni politici regionali e i sindaci della Lunigiana si sono presentati in città. Sono stati accolti a badilate di fango (la sindaca di Pontremoli, PdL, se n’è presa una in faccia).

Se questo succede in Lunigiana, ancora peggio dovrebbe essere a Brugnato, Borghetto Vara, Monterosso e Vernazza, zone maggiormente colpite e alle quali non si può accedere se non con permessi della Protezione Civile.

In una situazione simile, Carrara non poteva rimanere immobile.

Abbiamo subito organizzato una raccolta di acqua potabile nella giornata di sabato allestendo due punti di raccolta, uno in piazza Matteotti, sotto la sede storica del gruppo, e uno in piazza Duomo, di fronte alla sede occupata e provvisoria.

La partecipazione è stata alta e a fine serata ce ne siamo trovati quasi 3000 litri, oltre ad altri generi alimentari e offerte in denaro (250,00 €). Durante la raccolta è stato diffuso un volantino a firma dei quattro gruppi che stanno organizzando la solidarietà, il Gruppo Germinal-FAI, il Circolo G. Fiaschi, il Circolo Lodovici Vico e la sezione locale USI/AIT, e nel quale denunciamo i nostri dubbi verso le solite giustificazioni sulla ineludibilità dei disastri naturali e di come le origine di questi eventi vadano ricercate nella pessima gestione che l’uomo fa del territorio. Finché questo stato di cose perdurerà ci saranno sempre alluvioni e disastri naturali che produrranno danni gravi e tragici per la popolazione. E allora si deve cominciare a pensare diversamente la gestione del proprio territorio e della propria vita. Bisogna fermarsi e fare un passo indietro per recuperare un rapporto con la natura non caratterizzato dalla prevaricazione, ma dal riacquisire la capacità di usare intelligentemente e moderatamente le risorse a nostra disposizione.

Bisogna cominciare a parlare di ecologia sociale e autogoverno municipale per creare una alternativa di base sulla gestione del territorio che dia vero potere alla popolazione che possa così riprendere in mano la gestione della propria vita.

Sempre sabato abbiamo contattato un compagno che vive a Mulazzo, altro comune colpito dalla inondazione, e con lui abbiamo coordinato la consegna di quanto raccolto da effettuarsi direttamente alla popolazione.

Domenica mattina siamo partiti, abbiamo fatto anche noi la nostra carovana, non di autoblu, ma di mezzi di fortuna sui quali abbiamo caricato quanto raccolto. Cinque mezzi e dieci compagni, mattina presto siamo partiti alla volta di questi paesi. Abbiamo consegnato tutta l’acqua raccolta nei paesi di Mulazzo, Pozzo e Castagnetoli, a domenica ancora senza acqua potabile. Durante il nostro viaggio in queste zone, attraverso stradine in mezzo ai boschi, perché le strade principali sono inagibili per frane, gli unici incontri che abbiamo fatto con la Protezione Civile sono stati ai posti di blocco che hanno istituito per impedire l’ingresso nei paesi. Alcuni minuti di contrattazione e poi ci hanno lasciato passare.

L’obiettivo della giornata, oltre alla consegna dell’acqua, era quello di prendere contatto con la popolazione per poi concordare ulteriori raccolte in base alle loro richieste.

E così, lunedì mattina, ci è giunta una richiesta di farina e lievito. Nei paesi di Parana e Casa di Loia, sempre nel comune di Mulazzo, su iniziativa del compagno che è in zona, sono stati ripristinati tre forni a legna nei quali verrà fatto pane da distribuire alla popolazione del territorio. Nel primo pomeriggio è partito da Carrara un mezzo con 225 kg di farina, lievito e generi alimentari vari.

Parallelamente ci stiamo coordinando con i compagni del Circolo Binazzi di La Spezia, che stanno operando a Bottagna, all’ingresso della Val di Vara, per portare la nostra solidarietà anche in quelle zone.

Le cose da fare sono ancora molte e siamo solo all’inizio e da Carrara stiamo cercando di coordinare al meglio quello che di solidarietà si può portare con i nostri mezzi e soprattutto con la nostra volontà.

Questo è quello che sanno fare gli anarchici.

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CRISI E LOTTA DI CLASSE

ASSEMBLEA PUBBLICA

GIOVEDI 20 OTTOBRE ALLE ORE 21

PRESSO IL CIRCOLO DEI DIPENDENTI COMUNALI

IN VIALE MENTANA 31

PER REAGIRE SUI LUOGHI DI LAVORO ALL’AGGRESSIONE DEI PADRONI E DEI LORO GOVERNI

Intervengono

– Massimiliano Ilari, aderente all’Unione Sindacale Italiana (USI-AIT)

– Piermichele Pollutri, aderente all’Unione Sindacale di Base (USB Parma)

– un operaio della Titan-Bologna, aderente ai Gruppi Internazionalisti di Fabbrica e Territorio (GIFT)

MOBILITIAMOCI PER DIFENDERE I NOSTRI INTERESSI!

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COMUNICATO STAMPA

RISPOSTA ALLE PERPLESSITA’ DELL’AMMINISTRAZIONE DELL’AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI PARMA

Il Sindacato USI-SANITA’ sezione di Parma, con riferimento alla risposta apparsa sui giornali, in risposta alle affermazioni pubbliche di alcune Organizzazioni Sindacali Aziendali in tema di mancanza di personale ed aumento carichi di lavoro, vuole evidenziare che il problema emergenza del personale non medico è tuttora presente, i turni di riposo vengono sempre più spesso usati per coprire turni sguarniti, essendo evidente la non volontà di risolvere il problema.

Se da un lato molto, forse troppo, è stato fatto per ammodernare e costruire nuovi padiglioni (Pronto Soccorso, Nefrologia, Pediatria), sicuramente interventi necessari, dall’altro, però, si è voluto risparmiare sulle assunzioni, soprattutto a tempo indeterminato.

Ma se nelle corsie di medicina, chirurgia, lunga degenza, i carichi di lavoro sono aumentati esponenzialmente, con stress e stanchezza da parte dei lavoratori, si complica notevolmente nelle Terapie Intensive, Rianimazione, Comparti Operatori, ambienti specialistici, personale altamente addestrato, la mancanza non può essere sostituita facilmente come in altri reparti e sempre più spesso il neo assunto non può ricevere un adeguato addestramento, ma “gettato nella mischia” il prima possibile.

Ad aggravare la situazione già di per se complessa, si dovrebbe registrare anche il dato del numero del personale che, usufruendo del diritto di mobilità, è fuoriuscita dall’Azienda per altre Aziende di altre Regioni.

Chiediamo, in conclusione, all’Amministrazione Aziendale di ampliare l’organico infermieristico, OSS ed ausiliario attingendo dalle graduatorie ancora in essere e di indire al più presto bandi di concorso per assunzioni di personale a tempo indeterminato. Chiediamo, fin quando la situazione rimane di grave carenza organica, le ore straordinarie siano esenti da tasse. Chiediamo incentivi al fine di motivare e gratificare il lavoro dipendente non medico, riducendo a tre anni il passaggio di fascia e riconoscendo, monetizzato, il quarto d’ora di consegna.

Riteniamo questa una sintesi d’intesa tesa a risolvere il problema esistente fonte di malumore e stress per il personale dipendente.

 

USI – SANITA’ sezione di Parma

In merito l’intervista sul giornale telematico Parma Today:

http://www.parmatoday.it/cronaca/ospedale-maggiore-proteste-infermieri.html

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FESTA DELLE BARRICATE ANTIFASCITE XII Edizione

Domenica 18 Settembre 2011

Piazzale dell’Annunziata – Parma

 

Dalle ore 15:00

Mostre fotografiche sull’antifascismo parmense

Banchetti con libri e materiali di collettivi e associazioni del movimento antagonista

 

15:30

Laboratorio per bambini

 

16:00

Visita ai luoghi delle rivolte dell’Oltretorrente

 

17:30

Dibattito pubblico

No Tav. Il caso di una valle in rivolta

Incontro con  Alberto Perino del Comitato No Tav e un esponente di info-out

 

20:00

Il coro del Malfattori

Canti sociali e di lotta

 

21:30

Bicchierata antifascista

 

 

A cura del Comitato antifascista Agosto 1922

con l’adesione di

Associazione nazionale partigiani d’Italia – Comitato provinciale di Parma

Associazione perseguitati politici italiani antifascisti – Comitato provinciale di Parma

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CONTRATTO SUBITO

Già dal 31 dicembre 2009 è scaduto il contratto collettivo nazionale per le lavoratrici e i lavoratori delle cooperative sociali. Per lo scorso rinnovo abbiamo dovuto attendere 31 mesi quanto dovremmo attendere questa volta?

Mentre la casta al Governo tramite la “manovra d’estate” fa una dichiarazione di guerra alla società civile colpendo maggiormente le fasce sociali più deboli, anche CGIL-CISL-UIL da un lato e Legacoop-Confcooperative-AGCI dall’altro temporeggiano sulla nostra pelle di lavoratori di cooperative sociali (e su quella dei lavoratori impegnati nelle coop. B che in certa misura provengono da fasce svantaggiate e dei lavoratori inquadrati col poco tutelante CCNL delle coop sociali pur essendo impegnati in tutt’altro ambito).

Le conseguenze di questo ritardo si ripercuotono anche su coloro di cui ci occupiamo: bambini, anziani, disoccupati, minori con disagio, migranti, rifugiati politici, disabili fisici e psichici, minoranze etniche, ragazzi e ragazze con problematiche scolastiche o con l’uso di sostanze, detenuti: come possiamo sostenere adeguatamente queste persone quando la continua erosione del potere d’acquisto dei nostri stipendi – attualmente percepiamo di media circa 900 € al mese!!! – rende sempre più incerto ed insicuro il nostro stesso presente per non parlare del nostro futuro?

BASTA CON I RITARDI NEL RINNOVO DEI CONTRATTI!

Chiediamo immediatamente un contratto dignitoso con aumenti salariali lontani dalle cifre irrisorie che si sono sentite finora e legati all´inflazione reale così come chiediamo il riconoscimento di tutti gli arretrati. Vogliamo l’equiparazione dei trattamenti economici e normativi con i contratti del pubblico impiego, la cessazione dell’uso della banca ore, del precariato, dello sfruttamento, del mancato riconoscimento dei titoli di studio, dei ricatti e dell’eccessiva flessibilità. Chiediamo la fine della politica delle esternalizzazioni in ambito socio-assistenziale: mortificante e ricattatorio per i lavoratori, di dubbia efficacia, di dubbio risparmio e strumento di smantellamento dello stato sociale.
Facciamo un lavoro faticoso, impegnativo e di grande responsabilità ma ciò nonostante siamo invisibili.

A U T O R G A N I Z Z I A M O C I !

USI/AIT settore Coop. Sociali

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Appello agli insegnanti e al personale della scuola

Negli ultimi anni le manovre Gelmini hanno portato il precariato nella scuola alle estreme conseguenze. Con i numeri delle immissioni in ruolo di quest’anno si cerca di porre un freno alla formazione di nuove sacche di precariato avvicinando per la prima volta il numero degli immessi in ruolo a quello dei pensionamenti. Un vero e proprio ‘contentino’ per evitare ribellioni ad altri e molto gravi provvedimenti: il proseguo del blocco degli scatti di anzianità e la possibilità dello slittamento di due anni della liquidazione (Tfr).

Come se non bastasse negli ultimi anni molte scuole hanno attuato un ulteriore riduzione del personale cercando di assegnare più di 18 ore (una cattedra nella scuola sec.) ai supplenti annuali. Ogni insegnante può accettare un carico orario fino a 24 ore, ma ogni 3 insegnanti che accettano tale monte ore, uno di meno viene assunto dalla scuola. Dobbiamo ricordare, molti infatti non lo sanno, che le ore supplementari non sono pagate al 100% ma a circa il 75% rispetto all’orario ordinario e su queste ore l’insegnante a fine anno deve pagare le tasse!

NON ACCETTIAMO Più DI 18 ORE

LAVORIAMO MENO MA LAVORIAMO TUTTI!

AUTORGANIZZIAMOCI, INFORMIAMOCI E LOTTIAMO!

Unione Sindacale Italiana sezione di Parma

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