IL LAVORO RENDE LIBERI

A 60 anni dalla Costituzione!

Milioni e milioni di giovani, nelle condizioni economiche attuali, rischiano dl non poter godere per un lungo periodo di quel fondamentale diritto/dovere che la Costituzione garantisce a tutti i cittadini che non posseggono altro che le loro catene, che è il lavoro salariato. Viene a mancare così per intere generazioni le stimolo al risveglio antelucano, una delle più vive e salutari tradizioni del nostro sistema di vita; in secondo luogo la regolarità e il buon umore che caratterizzano l’esistenza dell’onesto lavoratore cedono il passo alla confusione, all’angoscia, alla devianza. Il lavoro, infatti, come sottolineano psicologi, sessuologi, criminologi, è un ottimo rimedio contro le droghe, la pederastia, il bestialismo… e sembra anche della gotta.

Al contrario, per i lavoratori già occupati, si aprono prospettive inattese di incentivazione e di sviluppo della propria capacità lavorativa: la creatività e l’esuberanza dei lavoratori adulti potrà espandersi ora, anche attraverso il lavoro straordinario e flessibile, fino a limiti che in passato sembravano irraggiungibili.Ma non è giusto lasciarsi trascinare dall’entusiasmo di fronte a questi risultati: mentre la pianta sana dei lavoratori occupati si espande rigogliosa, si isterilisce sempre più l’arbusto secco della gioventù infingarda, marginale e teppista.Pertanto le forze sindacali concertative e le forze democratiche, unite alla associazione genitori-figli-scappati propongono le seguenti occupazioni per i giovani disoccupati/inoccupati:

a) cancellazione delle scritte (scuole fabbriche università vespasiani)

b) incremento delle vocazioni sacerdotali e monacali, oltreché poliziesche

c) rimboschimento delle montagne calve dell’Appennino e delle isole

d) ripulitura dei volumi giacenti nelle biblioteche pubbliche, pagina per pagina

e) muratura dei centri occupati

f) costituzione di gruppi di animazione edificante per giovani emarginati

g) colloqui di orientamento e di disorientamento

h) ritrovamento definitivo dei residuati bellici della prima guerra mondiale

i) costituzione di centri di rieducazione morale per lavoratori assenteisti

SACRIFICARSI NON BASTA OCCORRE IMMOLARSI

USI Genova  05/02/08

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