CONTRO IL JOBS ACT DEL GOVERNO RENZI:

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UN MODELLO DEVASTANTE DI ULTERIORE PRECARIZZAZIONE

Quello che sta imponendo il governo Renzi è un ulteriore pesantissimo attacco al diritto al lavoro che si aggiunge a quel disastro di precarizzazione già prodotta dalle leggi dei governi precedenti attraverso il pacchetto Treu, la legge Biagi e la legge Fornero che hanno messo in ginocchio la classe lavoratrice (contratti a termine, a progetto, a partita iva, interinali, ecc.).

La crisi che stanno pagando le lavoratrici e i lavoratori è la diretta conseguenza delle politiche messe in atto dalle classi dirigenti che hanno cancellato le loro principali conquiste con la complicità di Cgil, Cisl e Uil.

Il governo Renzi, per tutta risposta, fa un decreto per pigiare ancor più il piede sull’acceleratore di una precarizzazione selvaggia:

1)- Apprendistato senza regole che indichino il percorso formativo, azzerando ogni obbligo di assunzione (fin’ora previste almeno un terzo) con riduzioni di salario fino al 35%.

2)- Nei contratti a termine si elimina ogni obbligo di indicare la causalità e la giustificazione formativa dagli attuali 12 mesi fino ad arrivare a 36 mesi della nuova normativa.

E’ in preparazione un nuovo decreto che prevede la cancellazione dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori per i primi 3 anni nei contratti a tempo indeterminato, costringendo i lavoratori a tale lunghissimo periodo di prova.

Si vuol imporre per legge l’accordo sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil e Confederali sulla rappresentanza sindacale, subordinandola alla accettazione dei contratti e ad accordi che verranno sottoscritti dai sindacati di Stato, con divieto di scioperare contro.

In questo scenario la concessione per una parte dei lavoratori di un aumento dichiarato di 80 euro (tutto da verificare) è la moneta di scambio per legittimare un ulteriore massacro nella precarizzazione del lavoro e di un ulteriore taglio, nel recupero delle risorse, dei servizi essenziali (vedi sanità) e taglio di circa 85 mila lavoratori nel pubblico impiego.

Viene imposto un rimedio peggiore del male, alimentando ulteriori guadagni a favore dei privati: continua quel processo in atto dove”i ricchi arricchiscono e i poveri impoveriscono”.

La nostra risposta deve essere forte e risoluta:

  • Cancellazione di ogni forma di precariato
  • Adeguamento salari e pensioni al costo della vita
  • Riduzione di orario di lavoro e di anni per il diritto alla pensione
  • Diritto alla casa, alla salute, all’istruzione, al trasporto gratuito
  • Diritto di sciopero sempre e ovunque  
  • Autorganizzazione delle lotte, unità dei lavoratori e del sindacalismo conflittuale

                                       Unione Sindacale Italiana – A.I.T.

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SPORTELLO DI LOTTA SINDACALE

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Negli ultimi tempi, è sempre più forte la crisi che sta colpendo in primo luogo i lavoratori. Senza dilungarci troppo in questa occasione sulle cause e sulle responsabilità del sistema economico e finanziario dominante e del mondo politico che lo sorregge, ci preme sottolineare la crescente precarizzazione delle esistenze a causa delle problematiche lavorative e la continua, intollerabile erosione dei diritti dei lavoratori, conquistati (e mai concessi..) a prezzo di dure lotte.

A questa situazione, il sindacato concertativo confederale risponde accentuando la sua tendenza ad ente erogatore di servizi (a pagamento), evitando fasi conflittuali se non imposte occasionalmente dall’autorganizzazione diretta dei lavoratori interessati. Questo atteggiamento, strumentale agli interessi di sindacati sempre più soggetti compartecipi del sistema dominante, e che così si ritagliano margini di potere con la gestione di ampie fasce di lavoratori, con la pratica della delega continua in cambio di rappresentanza più o meno reale, ripropone forme di passività di classe, di asservimento e di subordinazione.
Noi riteniamo che sia doveroso lavorare per rovesciare questa situazione: le conquiste più vere e durature nella storia del mondo del lavoro, sono state ottenute da lavoratori combattivi perchè coscienti e protagonisti in prima persona.

Per questo, come lavoratori aderenti ad USI, l’unico sindacato in Italia di tendenza libertaria e autogestionaria, abbiamo pensato di creare all’interno dello Spazio Popolare Autogestito Sovescio, con cadenza bimensile, uno Sportello di Lotta Sindacale, che tenti di affrontare le problematiche lavorative, sempre insieme agli interessati, favorendo una crescita collettiva di responsabilizzazione e di coscienza di classe.
Questo sportello non è pensato quindi  per fornire servizi tipici dei CAF: per noi il compito di un sindacato non può limitarsi all’adempimento burocratico e alla ricerca della compatibilità rispetto al sistema politico ed economico dominante. Se possiamo riconoscere che fornire servizi sia utile, riteniamo però che il primo dovere di un sindacato non sia, come sta avvenendo oggi non solo tra i sindacati concertativi, fornire  servizi a “clienti”, magari assumendo talvolta sembianze apparentemente più “dure” ma in realtà sempre inserite nelle logiche dello sfruttamento, della delega a funzionari e dell’accettazione dei diktat governativi e padronali in cambio di una burocratica rappresentanza.

Lo Sportello vuole contribuire alla autodifesa individuale e collettiva sul posto di lavoro, incoraggiando percorsi di conflittualità rispetto alla logica padronale e riformista ed all’asservimento dei lavoratori. Nostro obbiettivo sarà quello di ascoltare le problematiche esistenti per tentare di esercitare forme autorganizzate di risposta di classe.

L’autorganizzazione dei lavoratori avverrà da loro stessi o non sarà.

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Presidio consiglio comunale martedì 17, ore 15.30

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Abbiamo aspettato per un anno e mezzo il cambiamento rivoluzionario che ci aveva promesso la giunta a 5 stelle. Attenzione alle fasce più deboli, politiche sociali e discontinuità con le precedenti giunte, democrazia diretta, lotta alle nocività e tutela della salute: questo ci avevano promesso e questo ci aspettavamo. Ogni giorno sempre più persone non riescono più a pagare l’affitto, non riescono più a pagare le bollette. C’è un bel pezzo di società che non ne può più di aspettare, che non ce lafa più. Vogliamo risposte e soluzioni subito, vogliamo che la giunta ed il consiglio guardino in faccia e rispondano a questa moltitudine che vede quotidianamente calpestati i propri diritti. Il tempo dei giochini e delle promesse è finito, per questo martedì 17 dicembre dalle 15:30 saremo sotto i portici del grano per rivendicare il diritto ad un esistenza degna, che passi per una moratoria degli sfratti e delle utenze non pagate incolpevolmente e per un minimo garantito di servizi. Sarà una piazza aperta, dove poter mettere in comune esperienze e prospettive, ma anche combattiva e determinata per evitare che le istituzioni continuino a sottrarsi alle loro responsabilità.

Casa, diritti, dignità per tutti.

Aderiscono:
Rete Diritti in Casa, No Inceneritori Emilia Romagna, Spazio Popolare Autogestito Sovescio, USI Parma, Associazione “PerchèNo?”, Rete Antifascista-Parma, Gruppo Anarchico Cieri, Insurgent City, Assemblea Permanente No Inceneritore Parma, Rete Dormire Fuori ,pcl(partito comunista dei lavoratori).

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Blitz contro il lavoro domenicale nei supermercati

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Nell’ambito della giornata Nazionale contro il lavoro Domenicale indetta dall’USB -scrivono l’Unione Sindacale Italiana e l’Unione Sindacale di Base- anche a Parma l”Unione Sindacale di  Base e l’Unione Sindacale Italiana hanno organizzato un’iniziativa di protesta in  appoggio ai lavoratori dei centri commerciali Panorama ed Eurosia distribuendo volantini e realizzando un comizio volante. L’iniziativa ha riscontrato adesione significativa da parte dei lavoratori e lavoratrici di fatto costretti  a lavorare la domenica, da una parte con un salario giornaliero quasi feriale (dal  60% all’80% in meno rispetto alla maggiorazione di prima) e dall’altra rinunciando a quella giornata di riposo necessaria ai momenti di socialità familiare e amicale. Il  decreto salva  Italia  del governo  Monti liberalizzando gli  orari delle  aperture dei centri commerciali anziché aumentare l’occupazione garantita ha incentivato le assunzioni precarie. Il Sindacalismo di base continuerà nelle iniziative di lotta e solidarietà con i lavoratori dei centri commerciali

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Solidarietà ai manifestanti del presidio Iren

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“L’Unione Sindacale Italiana-sezione PR e il gruppo  Antonio Cieri della  Federazione Anarchica Italiana ,  esprimono la propria solidarietà ai lavoratori che manifestavano  ieri  presso Iren Parma e sono poi stati portati in questura a sirene spiegate con un esagerato spiegamento di forze da parte della polizia di stato. La richiesta era l’incontro con  un dirigente Iren  per la garanzia di un chilovatt e acqua per chi non riesce a pagare le bollette ed ora invece subisce un distacco immediato di tutte le utenze, trovandosi così in totale mancanza del minimo necessario per vivere dignitosamente.
Non solo nessuno ha incontrato i manifestanti , ma sono state  mandate camionette e manganelli contro manifestanti pacifici e donne coraggiose , in alcuni casi anziane malate, una delle quali attualmente in ospedale per le percosse. La violenza repressiva dello stato è messa a servizio di chi fa pagare con le tasse  i propri debiti e privatizza i profitti.

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29 NOVEMBRE PRESIDIO UFFICI IREN

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Presidio alle ore 11 presso gli uffici di Iren in strada Margherita.
I DIRITTI NON SI DISTACCANO!
Maggio 2013: la parlamentare PD Patrizia Maestri, denuncia che sul solo territorio del Comune di Parma gli sfratti per morosità sono mediamente 100 al mese.
Giugno 2013: Luca Ottolini, dirigente di Iren Mercato, dichiara che le richieste di rateizzazione da parte di soggetti colpiti dalla crisi sono quasi raddoppiate rispetto a quelle pervenute nel 2012 (circa 25000) su tutto il bacino di riferimento (Reggio Emilia, Parma e Piacenza).
Già nel 2012 la consigliera PD del Comune di Modena, Giulia Morini, di fronte a 728 distacchi della fornitura di energia elettrica e 257 dellerogazione di gas per morosità, sollecitava con uninterpellanza la giunta a intervenire sul gestore dei servizi (Hera) con lobiettivo di arrivare a una moratoria dei debiti accumulati.
I numeri dei distacchi per morosità incolpevole, parlano di decine di migliaia di utenti cui è negato l’accesso ai servizi necessari e fondamentali, oltre che costituzionalmente garantiti.
Nonostante le interpellanze, le proclamazioni e le interrogazioni della politica, questo fenomeno vede, giorno per giorno, un aumento esponenziale dovuto all’acutizzarsi della crisi.
Crisi che non sembra toccare le aziende cui è demandata la gestione di tali servizi.
Iren, la multiutility che oggi controlla sui territori di Parma, Reggio Emilia, Piacenza, Torino e Genova le risorse comuni quali acqua, energia e rifiuti, ha chiuso il bilancio annuale con 152,6 milioni di profitti e ricavi saliti del 22,9% a 4.327,8 milioni di euro.
In questo momento storico, ci chiediamo come sia possibile che amministrazioni e istituzioni permettano a società che rispondono unicamente a logiche di profitto e di mercato, come Iren S.p.A., di continuare a gestire i beni essenziali senza tener conto delle necessità delle fasce più deboli della popolazione, speculando attraverso continui aumenti delle tariffe di acqua, energia elettrica, gas e rifiuti (4% circa nell’ultimo anno) sulla vita di migliaia di cittadini.
Questo è il frutto della fallimentare esperienza delle privatizzazioni. Si pensi alloperato di AMPS (Azienda Municipalizzata Pubblici Servizi, antesignana di Enìa, poi confluita in Iren nel periodo dei grandi accorpamenti tra multiutilities), che, pur rispondendo a principi etici prima che di mercato, riusciva a mantenere il bilancio in attivo nonostante applicasse tariffazioni sociali. AMPS era il fiore allocchiello della gestione pubblica dei servizi essenziali alla popolazione. Forse proprio per questo è stata smantellata pezzo per pezzo e svenduta a banche e fondi di investimento.
Invitiamo pertanto l’amministrazione a ripensare l’attuale modello di erogazione dei servizi, ponendo al centro della pianificazione la gestione pubblica di acqua (nel rispetto dell’esito referendario del 2011), energia elettrica, gas e rifiuti, beni di primaria importanza che devono essere sottratti alle logiche di mercato per essere garantiti nei fatti a tutti.
In quanto espressione della collettività e dell’interesse comune, il Comune di Parma è tenuto a imporre ad Iren tariffe ed esenzioni volte a tutelare quella fascia di popolazione che sta subendo un forte peggioramento delle condizioni di vita.
Il Comune di Parma deve dire da che parte sta.
Il Comune di Parma deve chiarire alla cittadinanza se intende proseguire nei piani di privatizzazione inaugurati dalle giunte Ubaldi-Vignali, integrandoli con la privatizzazione di TEP, o se intende dare un segno preciso di rottura, imprimendo una svolta decisa alle politiche di governance dei servizi.
Per questo reputiamo necessario aprire un tavolo di confronto tra cittadini, istituzioni e multiutility finalizzato a:
  • lavviamento immediato di una moratoria sui distacchi per morosità incolpevole;
  • listituzione di nuove forme di tutela (quali potrebbero essere nuovi piani tariffari, tariffe sociali e sistemi etici di rateizzazione dei pagamenti) sviluppate tenendo conto del reddito e della composizione dei nuclei famigliari, al fine di garantire il diritto daccesso ai servizi senza penalizzare ulteriormente i soggetti più deboli (famiglie numerose e in difficoltà economica);
  • lerogazione di un servizio minimo garantito di utenze a tutti (50 l di acqua giornalieri per abitante, come stimato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, 1 kw di elettricità e gas in base alla metratura) a salvaguardia della sussistenza e della dignità della persona, oltre che della salute e dell’igiene pubblica.

Assemblea Permanente No Inceneritori
Rete Diritti in Casa

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Nuova occupazione del Sovescio!

 

sangiuseppe

Oggi 16 novembre 2013 è stato occupato l’ennesimo stabile situato in b.go San Giuseppe 2 lasciato all’abbandono e all’incuria da anni nella nostra città. Lo Spazio Popolare Autogestito Sovescio che darà casa a giovani e lavoratori italiani e stranieri si inserisce all’interno di quel movimento che ha portato alla grande manifestazione di Roma del 19 ottobre con quasi 100mila partecipanti. Questa azione di rilancio è nata per portare avanti anche a Parma la lotta per il diritto all’abitare e la richiesta di blocco degli sfratti. Pensiamo che la riappropriazione di abitazioni in disuso ormai da anni, siano una soluzione all’emergenza “casa” visto l’immobilismo generale dell’Istituzioni. Lo Spazio Popolare Autogestito Sovescio si propone come luogo di libera aggregazione, fondato sui valori portanti dell’antifascismo e dell’autorganizzazione.

NULLA CAMBIA SE NON LO VUOI CAMBIARE

S.P.A SOVESCIO

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Report dello sciopero generale del 18 ottobre!

http://www.usi-ait.org/index.php/notizie/588-report-sciopero-generale-18-ottobre#Parma

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Solidarietà al Sovescio

sovescio

La sezione di Parma dell’Unione Sindacale Italiana saluta l’occupazione dell’ 
ex-scuola di Marore, abbandonata da troppi anni, e recuperata per la 
cittadinanza. Agli occupanti dello Spazio Popolare Autogestito Sovescio va 
tutta la nostra solidarietà
Siamo sempre più convinti che in questo momento di crisi e ingiustizia sociale 
sia necessario e doveroso creare spazi autogestiti che vadano a scardinare l’
attuale sistema iniquo. Per una società slegata dal profitto e dallo 
sfruttamento sul lavoro.

USI-Parma

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video del corteo

http://www.youtube.com/watch?v=O-NkTOnVNgc

http://www.youtube.com/watch?v=9TP0ZgOGc0A

 

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