L’ironia di un nome, la violenza del mercato del lavoro (Fonderie Gardelli & Sani, Pr)

Quella che raccontiamo è una brutta storia. E non è un’eccezione dovuta all’animo maligno di un uomo. E’ la realtà della violenza di un mercato del lavoro, sotto il regime della legge Bossi-Fini. A Ponte Taro in Fontevivo, nella provincia di Parma, la fonderia Gardelli & Sani — ironia di un nome che, come vedremo, non è garanzia di nulla — impiega da anni anche migranti, regolari e irregolari, spesso facendoli lavorare in nero, per più di 12 ore al giorno a soli 4 euro all’ora. Una mente sana può facilmente immaginare quali fossero le garanzie e le norme di sicurezza. Chi tra i lavoratori migranti è in possesso del permesso di soggiorno ha la magra consolazione di poter contare su un foglio di carta almeno per l’assistenza del suo medico di base, chi invece lavora in nero senza permesso esce dalla fabbrica con l’angoscia di chi sa che in qualsiasi momento può essere rinchiuso nei centri di detenzione in attesa di espulsione. La fonderia in provincia di Parma non è però
soltanto un’azienda che sfrutta lavoratori migranti dichiarati illegali dalla legge Bossi-Fini. Un migrante regolarmente assunto, infatti, ha denunciato di aver subito una vera e propria aggressione fisica: uno dei proprietari gli ha sferrato un violento pugno allo zigomo che lo ha costretto a ricorrere alle cure mediche. Rimanere sani alla Gardelli & Sani è un’impresa complicata. Questa volta, tuttavia, l’operaio ha deciso di abbattere il muro di silenzio dietro al quale è stato costretto per guadagnare un salario comunque basso. Ha deciso di denunciare l’aggressione. Insieme a lui, un altro operaio migrante privo di permesso ha deciso di denunciare il datore di lavoro per essere stato assunto in nero.
Il muro di silenzio che i lavoratori migranti della Gardelli & Sani hanno abbattuto è quello che è stato costruito dalla legge Turco-Napolitano prima e dalla Bossi-Fini poi. È il muro definito dal legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro. L’assenza del primo definisce un lavoratore migrante come clandestino. Ma, un clandestino è un migrante che i datori di lavoro possono impiegare in nero per un orario di lavoro ancora più lungo, in condizioni ancora più insicure e con un salario ancora più basso. Tutti i migranti — regolari e irregolari — sanno che basta perdere il lavoro per ritrovarsi privi del permesso di soggiorno, clandestini in attesa di espulsione o da sfruttare brutalmente nelle fabbriche, come nelle cooperative e nelle case. E’ questa la condizione che troppe volte impedisce ai migranti di prendere parola e denunciare il loro sfruttamento. Eppure, come dimostrano i migranti della fonderia Gardelli & Sani, è possibile vincere la paura e ribellarsi
ai propri sfruttatori.
Per questo, il Coordinamento Migranti Bologna venerdì 11 aprile alle ore 8.30 sarà davanti ai cancelli della Gardelli & Sani per sostenere chi ha deciso di rompere il silenzio e denunciare una condizione di brutale sfruttamento che non è affatto un caso eccezionale e imprevedibile. E’ piuttosto la conseguenza della violenza voluta e programmata all’interno del mercato del lavoro in forza di leggi sull’immigrazione che legano il soggiorno al lavoro, costruiscono e rafforzano i centri di detenzione e prevedono il meccanismo dell’espulsione come una minaccia costante e reale per impedire ai migranti di prendere parola contro lo sfruttamento del loro lavoro.

COORDINAMENTO MIGRANTI BOLOGNA E PROVINCIA

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COMUNICATO DI SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI DELLA STAR

La sezione di Parma dell’Unione Sindacale Italiana, aderente all’Asociacion Intrenacional de los Trabajadores, esprime piena solidarietà a tutti i lavoratori della “Star”.Per esservi costituiti in assemblea permanente, al fine di rivendicare il giusto diritto al lavoro. L’insediamento produttivo di Corcagnano, infatti viene smantellato per oscure logiche di mercato.Ci dichiariamo anche preoccupati per l’atteggiamento della direzione della Star, come riportato sui quotidiani locali, che minaccia di voler utilizzare provvedimenti repressivi contro i lavoratori in lotta.  

Sez. di Parma, USI/AIT

12/01/’06

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IL VOTO SUL CONTRATTO DEI METALMECCANICI

Martedì 19 febbraio alla Fiat-SATA di Melfi si svolgeranno le assemblee di turno in cui gli operai dovranno esprimere il loro giudizio sull’ ipotesi di  accordo del Contratto Nazionale di Categoria,

per poi votare nel Referendum di fabbrica convocato per i giorni 25, 26 e 27 febbraio 2008 .

Si è già votato in altre piccole fabbriche, di cui non conosciamo l’esito ma lo diamo per scontato per la totale egemonia dei Sindacati Confederali e per l’assoluta assenza di dibattito in quelle realtà, ma

la SATA è una delle più grandi fabbriche d’ Italia ed il gioiello della Fiat, il cui Presidente è anche

il 1° responsabile di Confindustria e pertanto il voto non scontato acquista una grande importanza .

 

Nonostante la radicalità espressa dai lavoratori della categoria più importante e combattiva dell’industria, Fim, Fiom e Uilm il 20 gennaio, con la mediazione del ministro del Lavoro, hanno siglato un accordo con Federmeccanica che è un ennesimo tradimento del sindacato confederale nei confronti dei lavoratori .

Il nostro giudizio sul contratto è negativo perché motivato dai contenuti fortemente regressivi dell’ipotesi di accordo, che fanno fare un salto indietro alle condizioni dei lavoratori in termini salariali e normativi che una stessa parte della FIOM ( che si riconosce nella componente “Rete 28 aprile” ) ha bocciato con il voto contrario nel Comitato Centrale .
Subito dopo la firma, i maggiori esponenti di Confindustria, del governo e di Cgil, Cisl e Uil esprimevano la loro soddisfazione per l’accordo che accoglie lo scambio tra “salario e produttività”, annunciavano la messa in soffitta del Contratto Nazionale ( definito un “modello arcaico” ) e rilanciavano il tavolo per la riforma del modello contrattuale che la crisi del governo sicuramente ritarderà .

Nessuna delle rivendicazioni più qualificanti della piattaforma proposta, che nel complesso era insufficiente e debole, è stata ottenuta e la discussione è avvenuta sul testo presentato da Federmeccanica, che era stato definito “irricevibile” solo una settimana prima dell’accordo .
L’ipotesi di accordo, sostanzialmente contempla l’accettazione di un aumento salariale ridicolo, una maggiore flessibilità, un aumento mascherato dell’orario di lavoro e una stabilizzazione del lavoro precario .

I contenuti essenziali sono questi :

        Sul salario per gli operai del 3° livello , che sono la stragrande maggioranza, l’aumento previsto è di

      109,54 Euro lordi ( 127,oo sono per il 5° liv. ) per trenta mesi e diviso in tre rate, con l’ultima a

       settembre 2009 . SE si sottrae 10,39 % di INPS,  il 29,57 % di IRPEF nazionale e circa l’ 1,5 % di

       IRPEF Reg. e Comunale  il risultato è di 67,94 Euro netti  ( cioè l’equivalente di circa 97 tazzine di

       caffè ) dilazionati in 30 mesi e con solo 267,oo Euro netti di Una Tantum .

       Per la 3° Categ. la paga base oraria è passata da 7,29 a 7,59 Euro, aumentando di 30 Cent. lordi .

       E  questo, si chiamerebbe  aumento !

       Con il carburante alle stelle, gli aumenti delle bollette ed un carovita irrefrenabili, con  un aumento

       del costo della vita di oltre 600,oo euro all’ anno per famiglia, ai metalmeccanici si da       l’elemosina di 27,18 Euro l’anno ( in 2,5 anni = 67,94 ) facendo rimanere  i LORO         salaRI, i più bassi  d’ Europa,  come ha riconosciuto il Governatore della Banca d’ Italia .       Anche l’ ultimo rapporto di Mediobanca ha riconosciuto che negli ultimi 15 anni i profitti

       degli industriali sono aumentati dell’ 8 % annuo ed i salari solo dello 0,4 % annuo .

       L’ipotesi di accordo introduce inoltre il salario d’ingresso per i nuovi assunti che subiranno, oltre al

       prolungamento del periodo di prova, anche il calo della retribuzione.

       La paga degli operai per effetto della parificazione con gli impiegati diviene mensile e non più oraria,

       tale passaggio porta ad una perdita di 11 ore e 20 minuti annui di retribuzione, pari a 5 Euro netti al

       mese in meno che saranno garantiti agli operai attualmente in forza, ma non ai nuovi assunti .

  Fim, Fiom, Uilm, Fismic e buon ultima l’ Ugl vorrebbero il consenso ad un Contratto che prevede anche :

        la validità non più per due anni , ma per 30 mesi che per la seconda volta accetta di allungare il contratto di sei mesi venendo incontro alla richiesta padronale della triennalizzazione, che fa da apripista al tentativo di smantellamento del Contratto Nazionale ;

        l’aumento delle comandate da 4 a 5 turni, senza impedimenti per i giorni festivi e per le notti ;

        il furto di un PAR trasformato in giornata lavorativa da recuperare l’anno seguente ;

        durata del lavoro interinale e precario vario, per ben 44 mesi ;

        nessuna riforma dell’ inquadramento unico  e maggiori difficoltà per passare dal 3° al 4° livello .  

I poteri dei Delegati per la sicurezza restano com’erano, cioè quasi simbolici ed il complesso di fattori economici e normativi sopra sommariamente descritti ci permette di poter dire che gli infortuni e le malattie professionali non subiranno un decremento, ma per effetto dell’aumento della precarietà, delle ore di lavoro, dei bassi salari assisteremo ancora una volta alle tragedie sui posti di lavoro .

 

Il precariato durerà almeno 44 mesi, oltre cui ci sarebbe la conferma a tempo indeterminato, ma solo per coloro che nella stessa azienda e nella stessa mansione sono sottoposti a termine . Per i contratti a termine si applica quanto previsto dalla Legge, 36 mesi più una proroga, mentre per i lavoratori interinali non c’è nessun limite temporale . Nel testo firmato non sono previsti né percentuali, né tetti massimi, né garanzie di priorità nelle assunzioni per i lavoratori precari .

 

Per quanto riguarda l’orario di lavoro, le ore di lavoro straordinario, esenti da contrattazione e quindi nella piena disponibilità padronale, aumentano di otto ore, passando da 32 a 40 ore nelle imprese sopra i 200
dipendenti ( i sabati comandati  alla SATA le domeniche sere  – passano da 4 a 5 ) .

Inoltre, uno dei sette Par ( Permessi annui retribuiti, corrispondenti alle festività soppresse) a fruizione collettiva può essere spostato all’anno successivo oppure monetizzato in maniera individuale .

L’orario plurisettimanale, precedentemente previsto per le sole aziende stagionali, viene esteso a tutte le aziende. Infine si prevede la possibilità di trasformare, previo accordo con le Rsu, le 64 ore di
flessibilità in straordinario, che per legge è stato defiscalizzato e quindi è più conveniente per le aziende .

Il giorno di ferie in più si ottiene dopo ben dieci anni di lavoro e cinque giorni di ferie in più solo dopo diciotto anni di lavoro .

In compenso il padronato ottiene due giorni di lavoro subito ( il 5° di straordinario obbligatorio ed un Permesso retribuito in meno ) ! Nel complesso quindi l’orario di lavoro aumenta .


Dopo oltre 35 anni viene ripristinata la categoria 3° Erp (ex 3+ degli anni ’50), abolita dalle lotte operaie degli anni ’70 per garantire il passaggio dalla 3° alla 4° categoria .

Questa categoria intermedia serviva appunto per congelare il passaggio dalla 3° alla 4° categoria .
La parificazione operai-impiegati comporta l’allungamento del periodo di prova ( per il 3° livello da 12 giorni a un mese e mezzo, per il 4° livello a tre mesi, ecc) e del periodo di preavviso per le dimissioni .
 

In realtà in questo accordo è emersa tutta la debolezza della direzione sindacale rispetto alla controffensiva padronale che punta apertamente alla disfatta totale del sindacalismo operaio .

A questo contratto di fame bisogna dire NO, non mugugnando e lamentandosi  senza poi andare a votare, con la rassegnazione che le cose restano sempre uguali, ma andando a mettere un chiaro segno sulla scheda perché chi pensa di dissentire non votando, sappia che aiuta solo a far vincere il SI .

 
Alternativa Sindacale, insieme all’ USI nazionale,  ritiene necessario organizzare unitariamente con tutte le forze disponibili la battaglia per il NO all’ipotesi di accordo, perché un altro contratto era ed è possibile, ma anche per mantenere aperta la prospettiva della costruzione di un altro modello sindacale, non concertativo .Una vittoria del NO alla SATA ridarà speranza a tutti i metalmeccanici italiani contribuendo ad una vittoria del NO nazionale che farebbe riaprire la trattativa, per aumenti più sostanziosi ed una parte normativa meno penalizzante. Noi chiediamo  ai lavoratori di votare ed anche di vigilare sulle operazioni di voto chiedendo che fra gli addetti ai seggi ci siano anche i rappresentanti del NO  per evitare che di notte nelle urne cadano “accidentalmente” schede prevotate, come è già successo in passato  . 

Lì 16. 02. 2008

 

Per  Alternativa Sindacale – USI/AIT

 

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Metalmeccanici: un nuovo contratto per arretrare ancora

Circa la Proposta di Piattaforma per il Rinnovo del Contratto Nazionale dei Metalmeccanici di Fiom, Fim e Uilm , ormai assistiamo ad un triste rito con i Sindacati Confederali che sparano cifre fasulle, accuratamente costruite per mascherare la miseria delle rivendicazioni, la controparte che ribassa e dopo lunghe e dispendiose trattative si giunge al solito accordo in cui Confindustria è contenta ma finge di aver ceduto e le Organizzazioni Sindacali propagandano il grande risultato raggiunto (dopo aver “spiegato” ai lavoratori che non si poteva ottenere di più ) .

È IL GIOCO DELLE PARTI in cui si raggiungono SEMPRE ACCORDI A SCAPITO DEI LAVORATORI .

Il gioco inizia con le fasulle Rivendicazioni Sindacali, per quanto riguarda la parte economica Fiom-CGIL, Fim –CISL e Uilm nell’attuale Piattaforma rivendicano 117 Euro di aumento lordo per il 5° livello e scrivono che sono 147 perché richiedono 30 Euro aggiuntivi per chi non ha il Contratto Integrativo .

1°.  Perché le cifre di riferimento sono quelle lorde del 5° livello quando la stragrande maggioranza

      dei metalmeccanici sono inquadrati al 3° livello ?

2°.  Perché aggiungere una somma che fa aumentare la rivendicazione ( in questo caso 30 Euro

      sempre per il 5° livello ) quando questo attesta semplicemente che i Sindacati Confederali non

      fanno la Contrattazione Aziendale e quindi ogni anno regalano all’Azienda dei soldi che

      spetterebbero ai lavoratori ?

3°.  Perché non hanno nemmeno il coraggio di scrivere in quante così dette Rate i lavoratori

      usufruiranno di questa miseria che non compensa nemmeno l’inflazione programmata ?

      Nel precedente contratto erano scaglionati in ben 2 anni !

Federmeccanica a fronte dei 117 (o 147 ? ) Euro ne ha proposto 68, sempre lordi e sempre al 5° livello, facile desumere che si rischia un’Accordo sugli 80 Euro lordi al 5° livello che per la stragrande maggioranza dei metalmeccanici significherà circa 45 Euro di aumento e non si sa in quali tempi. È GRAVE che dopo aver devoluto gran parte della Contrattazione di categoria ad Accordi aziendali i Sindacati Confederali non la esercitano e chiedono nella Contrattazione Nazionale un misero compenso per non dare fastidio alle Aziende .

Questo per quanto riguarda la parte economica, la parte normativa della piattaforma è un vero e proprio scandalo e citiamo un punto per intero “Si rivendica che tutti i rapporti di lavoro a tempo determinato, di qualsiasi tipo e durata, possano raggiungere al massimo il 15% della forza occupata a tempo indeterminato, per singola unità produttiva .Scopo dei rapporti di lavoro a termine è quello di far fronte a esigenze di flessibilità dell’impresa non altrimenti affrontabili. La percentuale del 15% potrà essere derogata con specifiche intese a livello aziendale. I contratti a causa mista con componente formativa (apprendistato e inserimento) volti all’inserimento lavorativo a tempo indeterminato, non concorrono alla formazione di tale percentuale” .

Sembra sia un paletto, non più del 15%, esclusi i contratti di formazione e di inserimento, in realtà è una proposta che porta la vergognosa definizione di rivendicazione che sfonda le porte al lavoro precario, un solo esempio, alla Fiat-SATA di Melfi il 15% (che sarà alzato per la controrivendicazione datoriale) equivale alla possibilità aziendale di avere oltre 700 lavoratori precari “in pianta stabile”  (il doppio di quelli finora utilizzati) più tutti quelli in Contratto di Formazione e di Inserimento che non hanno nessuna garanzia occupazionale per oltre 4 anni. Non meraviglia che in questa Ipotesi di Piattaforma per il rinnovo del Contratto nazionale ogni concessione ed ulteriore svendita degli interessi dei lavoratori venga spacciata come rivendicazione, quando si è in procinto di calarsi completamente le brache si deve a tutti i costi evitare che i lavoratori possano gridare “Il re è nudo”. Come se non bastasse, oltre alla conferma dell’introduzione dell’orario plurisettimanale che, questo sì a differenza della retribuzione , potrà essere concordato in sede aziendale SI RIVENDICA  LA FINE del tabù dei 15 TURNI di LAVORO , quello che alla Fiat-SATA di Melfi è sempre stato violato rispetto alla normativa nazionale DIVENTA NORMA, dappertutto a livello nazionale si introduce una normativa che da all’Azienda la possibilità STRUTTURALE di andare “oltre i 15 turni di lavoro”  cioè l’eliminazione del Sabato e della domenica festivi conquistato nel lontano 1913 dai metalmeccanici dopo un mese e mezzo di scioperi di 40.000 metallurgici e 2.000 tranvieri introdotto dalla Bianchi e poi da tutte le industrie del settore.

Melfi è l’apripista per l’imposizione del peggioramento delle condizioni lavorative e dell’arretramento dei diritti degli operai a livello nazionale, quest’ Ipotesi di Piattaforma per il Rinnovo del Contratto dei Metalmeccanici ne è la piena conferma. Quando a Melfi scompare la trattativa sui 15 turni, richiesti dall’Azienda per necessità produttive contingenti, voluti dai lavoratori, rivendicati da sempre da Alternativa Sindacale per tutti e per sempre ed i Sindacati Confederali non hanno potuto più prescindere dal mandato dei lavoratori di sottoscrivere l’Accordo solo a condizione che gli agognati 15 turni fossero per tutte le Unità produttive e per sempre, li si elimina a livello nazionale richiedendo un’unica condizione : “Che l’esame congiunto tra la direzione e la rappresentanza sindacale unitaria sia effettuato con congruo anticipo rispetto alla possibile attuazione delle nuove turnazioni” .

Ma non è finita qui, c’è come sempre un dulcis in fundo, oltre alla vergognosa richiesta di una

Normativa” (ma non c’è ancora? Non l’hanno mai realizzata?) sui tempi di riposo minimi obbligatori (siamo a quanto pare a prima dell’800),  c’è la rivendicazione DI UNA QUOTA CONTRATTO, l’unica vera rivendicazione di questa Piattaforma che non è verso la controparte, cioè Federmeccanica, ma verso i lavoratori , I SINDACATI CONFEDERALI PRETENDONO che “la quota volontaria di contribuzione contrattuale per le lavoratrici e lavoratori non iscritti ad alcun sindacato verrà raccolta secondo le modalità del silenzio-assenso” che significa spartirsi una trattenuta sindacale dei lavoratori che si rifiutano di iscriversi ad un sindacato e di quelli aderenti ai Sindacati di Base ai quali le Aziende non riconoscono la delega e la Trattenuta sindacale e quindi di farsi pagare da tutti i lavoratori, anche da quelli che non sono d’accordo con il loro operato e da quelli che lo combattono perché firmano lo smantellamento dei loro diritti. Siamo sicuri che questa richiesta sarà pienamente accolta dalla controparte, primo perché non gli costa niente, a pagare saranno i lavoratori e secondo perché aiuta le Aziende ad indebolire i Sindacati combattivi, quelli che al contrario dei Confederali non si calano le brache per imporre gli interessi dei Padroni. La tecnica per incassare anche i soldi dei non iscritti è quella sperimentata per eliminare il TFR, cioè il silenzio-assenso. Siamo sicuri che eviteranno come la peste di propagandare questo punto della Piattaforma perché chi non sa e non farà una dichiarazione scritta sarà, con la complicità dell’Azienda, costretto a pagare una trattenuta a favore dei Sindacati Confederali per dei Contratti subordinati agli interessi dei Padroni a scapito del salario e dei diritti dei lavoratori. Questa non è una Piattaforma rivendicativa ma l’incontro tra le  esigenze padronali e quelle degli Apparati del sindacalismo concertativo , ormai irrimediabilmente contrari agli interessi dei lavoratori.

Invitiamo tutti i metalmeccanici a BOCCIARE quest’assurda Proposta di Piattaforma di Fiom, Fim e Uilm e le Direzioni dei Sindacati di Base ad elaborare e proporre subito una chiara e sintetica UNICA Piattaforma Alternativa.

Alternativa Sindacale, settore metalmeccanico Melfi 4 maggio 2007

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Accordo ERT 2005-’06

Le Centrali Cooperative, le cooperative sociali Aurora, Domus e Pro.Ges, in accordo con CGIL-CISL-UIL, hanno firmato l’ERT 2005-2006, con l’elargizione di 200 euro. E dopo il danno, la beffa: tutti cantano vittoria!!!MA CHI PRENDONO IN GIRO?Le Coop, che durante le contrattazioni piangono miseria, perché presentano bilanci positivi e promuovono a giornalistuncoli compiacenti articoletti trionfali sui loro grandi risultati?E i sindacati confederali, perché accettano per oro colato le lacrime “del territorio che non dà di più”? Ma scherziamo? La ricca Parma? Allora perché ovunque, in Emilia- Romagna, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, ecc. (le zone più vicine a noi) tutti ottengono ERT più alti? Questa è la truffa dei tanto decantati “accordi di 2° livello”: di danno meno col contratto nazionale, e poi ci danno una sofferta elemosina a livello territoriale. Ma i loro attivi di bilancio sono la nostra fatica, soldi nostri!

BASTA CON QUESTO COLLATERALISMO!

Pochi giorni prima che confederali e Coop di Parma firmassero l’ennesima fregatura contro i lavoratori, noi come USI, mancando l’accordo provinciale, avevamo contrattato con Coop. Dolce e Coop. Codess 300 euro di ER Aziendale (dopo le notti a 22 euro per tutti i lavoratori di queste coop. sul territorio, mentre il CCNL ne prevede 12..), una sorta di “anticipo” sull’ERT, in attesa che ci fosse l’accordo provinciale; restava inteso che se fosse stato inferiore, non avremmo restituito niente. La cifra era stata calcolata su quanto elargito nella vicina Bologna. Nonostante l’accordo, mancava solo una formalità: la firma… Ma purtroppo, quest’accordo al ribasso ha (momentaneamente) vanificato il risultato, e le coop. interessate hanno ovviamente fatto un passo indietro.

BASTA ACCORDI AL RIBASSO!

Noi però non ci fermeremo: continueremo a rivendicare quanto ci aspetta, nonostante le burocrazie confederali e l’ipocrisia delle copoerative.

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BOICOTTA IKEA

                                                   

Il 1 SETTEMBRE  A 7 LAVORATORI DELL’IKEA DI BRESCIA, NEL PASSAGGIO DA UNA SOCIETA’ INTERINALE AD UN’ALTRA, NON E’ STATO RINNOVATO IL CONTRATTO. LAVORATORI ADDETTI ALLA GESTIONE DEI SERVIZI E PRESENTI IN AZIENDA DA PIU’ ANNI E CHE SINO AL GIORNO PRIMA ERA STATO CONFERMATO IL RINNOVO DEL CONTRATTO. LAVORATORI CHE PER ANNI SONO STATI SFRUTTATI, CON BUSTE PAGA CON PIU’ DI 200 ORE LAVORATIVE MENSILI PER 1000 EURO AL MESE E TUTTO CIO’ CON IL BENEPLACIDO DI IKEA CHE TENUTA AL CONTROLLO DEL RISPETTO DELLE LEGGI SUL LAVORO HA SEMPRE PREFERITO, IN BASE ALLA LOGICA DEL PROFITTO A TUTTI I COSTI E SULLA PELLE DEI LAVORATORI, FAR FINTA DI NULLA. LAVORATORI COSTRETTI A LAVORARE SENZA NESSUN RISPETTO PER LE NORME ANTINFORTUNISTICHE (ECCLATANTE IL CASO DI UN LAVORATORE CHE SI E’ DOVUTO COMPRARE A PROPRIE SPESE LE SCARPE ANTINFORTUNISTICHE) IN UN PARCHEGGIO COPERTO DI CENTINAIA DI POSTI E SENZA NESSUN ASPIRATORE. IKEA DI BRESCIA HA SCELTO DI RISOLVERE LA DIMINUZIONE DELLE VENDITE CON LA RIDUZIONE DI PERSONALE E CON IL PEGGIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI LAVORO, TANTO CHE ORA IL PERSONALE DEL RISTORANTE E DEL BAR SI ALTERNANO ALLA RACCOLTA DEI CARRELLI NEL PARCHEGGIO. ORA I 7 LAVORATORI HANNO DECISO DI ESSERE PRESENTI DAVANTI ALL’IKEA DI BRESCIA TUTTI I SABATI E LE DOMENICA SINO ALLA LORO RIASSUNZIONE.  

 

SOSTENI LA LOTTA DEI LAVORATORI DELL’ IKEA DI BRESCIA  E BOICOTTA IKEA CHE RIFIUTA D’ASSUMERSI OGNI RESPONSABILITA’ 

BASTA PRECARIATO E SFRUTTAMENTO

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Buone notizie per chi ha seguito il consiglio USI sul TFR

Buone notizie per chi ha seguito il consiglio USI sul TFR! Come riporta anche il Corriere-economia (che non può essere certo accusato di simpatia per noi), il TFR lasciato com’era in un anno ha reso il 3,6%, i fondi hanno perso l’1,9% di media. Nello specifico, il fondo Cooperlavoro: fondo garantito: 3%;bilanciato obbl. -1,1%; bilanciato: -7,6%. Quando dicevamo che l’operazione era scandalosa, ci criticavano.Noi denunciavamo:-la scarsa e settaria informazione pro fondi fatta dai sindacati confederali, tra l’altro presenti anche nei CDA dei vari fondi– l’impossibilità, per chi aderiva, di tornare indietro, cosa invece possibile a chi non optava per i fondi– la truffa pensata da governo, padroni e sindacati di affidare il TFR (quindi SALARIO DEI LAVORATORI) a giochetti di borsa, incontrollabili ai più. 

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IN RISPOSTA AL COMUNICATO DI CGIL-CISL-UIL (elezioni RSU alla Spumador)

Per il Potere, e in questo caso parliamo dei sindacati confederali, la 7^ industria italiana per fatturato, è inammissibile che qualcuno possa sfidarli. Ma andiamo con ordine:Parlano di tempi: l’USI ha presentato ai lavoratori la propria richiesta di adesione il 12 luglio, ultimo giorno utile. Per eccesso di fiducia o inesperienza, mancavano alcune formalità: s’intendeva concretizzare il 14, non ci è stato permesso. Il 14, guarda caso, alcuni sindacati conf. presentavano la loro partecipazione, e per loro, tutto ok…Parlano di ignoranza di regolamenti: quale? Stiamo parlando della stessa Commissione Elettorale che ha detto di tutto e il contrario di tutto? Parlano di democrazia: forse i lavoratori non sanno che le RSU, nel settore privato, prevedono che 1/3 dei delegati, COMUNQUE VADANO LE ELEZIONI, per legge sia attribuito a CGIL-CISL-. UIL, tanto che in alcune realtà, loro, in minoranza di voti, hanno la maggioranza di delegati… E potremmo continuare: ricordate forse l’ultimo referendum sul welfare, dove solo la loro proposta del sì poteva essere presentata in assemblea (laddove le hanno svolte..)? Loro creano il giochino (le RSU, che hanno preso il posto dei ben più democratici Consigli di fabbrica, e che le poche volte che si muovono autonomamente, vengono ignorate o sconfessate dai vertici), dettano le regole, autonominano i garanti, ecc.Parlano di tutela dei lavoratori: che faccia tosta! Negli ultimi 15 anni, ricordiamo: abolizione scala mobile, approvazione maggiore flessibilità e precarietà; firma di tanti, troppi contratti-bidone; scippo del TFR in Fondi Pensione che si stanno rivelando una colossale truffa (ma loro sono in tanti CDA dei fondi…); accordo Welfare che aumenta età pensionabile; riduzione pensione; nuova contrattazione, che svuota i Contratti Nazionali…e altro ancora!Se non fosse per la reale disperazione dei nuovi indigenti (immigrati e anziani) i confederali avrebbero già chiuso bottega…L’USI, sindacato di classe nato nel 1912, fa parte di quel vasto panorama del sindacalismo di base che sempre più consensi sta riscuotendo. Sappiamo di non avere il Potere e la forza dei confederali: ma neanche la loro arroganza!

Solo dal basso, lavoratori tra lavoratori, senza burocrati stipendiati, otterremo qualcosa! 

  AUTORGANIZZIAMOCI!

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