IL VOTO SUL CONTRATTO DEI METALMECCANICI

Martedì 19 febbraio alla Fiat-SATA di Melfi si svolgeranno le assemblee di turno in cui gli operai dovranno esprimere il loro giudizio sull’ ipotesi di  accordo del Contratto Nazionale di Categoria,

per poi votare nel Referendum di fabbrica convocato per i giorni 25, 26 e 27 febbraio 2008 .

Si è già votato in altre piccole fabbriche, di cui non conosciamo l’esito ma lo diamo per scontato per la totale egemonia dei Sindacati Confederali e per l’assoluta assenza di dibattito in quelle realtà, ma

la SATA è una delle più grandi fabbriche d’ Italia ed il gioiello della Fiat, il cui Presidente è anche

il 1° responsabile di Confindustria e pertanto il voto non scontato acquista una grande importanza .

 

Nonostante la radicalità espressa dai lavoratori della categoria più importante e combattiva dell’industria, Fim, Fiom e Uilm il 20 gennaio, con la mediazione del ministro del Lavoro, hanno siglato un accordo con Federmeccanica che è un ennesimo tradimento del sindacato confederale nei confronti dei lavoratori .

Il nostro giudizio sul contratto è negativo perché motivato dai contenuti fortemente regressivi dell’ipotesi di accordo, che fanno fare un salto indietro alle condizioni dei lavoratori in termini salariali e normativi che una stessa parte della FIOM ( che si riconosce nella componente “Rete 28 aprile” ) ha bocciato con il voto contrario nel Comitato Centrale .
Subito dopo la firma, i maggiori esponenti di Confindustria, del governo e di Cgil, Cisl e Uil esprimevano la loro soddisfazione per l’accordo che accoglie lo scambio tra “salario e produttività”, annunciavano la messa in soffitta del Contratto Nazionale ( definito un “modello arcaico” ) e rilanciavano il tavolo per la riforma del modello contrattuale che la crisi del governo sicuramente ritarderà .

Nessuna delle rivendicazioni più qualificanti della piattaforma proposta, che nel complesso era insufficiente e debole, è stata ottenuta e la discussione è avvenuta sul testo presentato da Federmeccanica, che era stato definito “irricevibile” solo una settimana prima dell’accordo .
L’ipotesi di accordo, sostanzialmente contempla l’accettazione di un aumento salariale ridicolo, una maggiore flessibilità, un aumento mascherato dell’orario di lavoro e una stabilizzazione del lavoro precario .

I contenuti essenziali sono questi :

        Sul salario per gli operai del 3° livello , che sono la stragrande maggioranza, l’aumento previsto è di

      109,54 Euro lordi ( 127,oo sono per il 5° liv. ) per trenta mesi e diviso in tre rate, con l’ultima a

       settembre 2009 . SE si sottrae 10,39 % di INPS,  il 29,57 % di IRPEF nazionale e circa l’ 1,5 % di

       IRPEF Reg. e Comunale  il risultato è di 67,94 Euro netti  ( cioè l’equivalente di circa 97 tazzine di

       caffè ) dilazionati in 30 mesi e con solo 267,oo Euro netti di Una Tantum .

       Per la 3° Categ. la paga base oraria è passata da 7,29 a 7,59 Euro, aumentando di 30 Cent. lordi .

       E  questo, si chiamerebbe  aumento !

       Con il carburante alle stelle, gli aumenti delle bollette ed un carovita irrefrenabili, con  un aumento

       del costo della vita di oltre 600,oo euro all’ anno per famiglia, ai metalmeccanici si da       l’elemosina di 27,18 Euro l’anno ( in 2,5 anni = 67,94 ) facendo rimanere  i LORO         salaRI, i più bassi  d’ Europa,  come ha riconosciuto il Governatore della Banca d’ Italia .       Anche l’ ultimo rapporto di Mediobanca ha riconosciuto che negli ultimi 15 anni i profitti

       degli industriali sono aumentati dell’ 8 % annuo ed i salari solo dello 0,4 % annuo .

       L’ipotesi di accordo introduce inoltre il salario d’ingresso per i nuovi assunti che subiranno, oltre al

       prolungamento del periodo di prova, anche il calo della retribuzione.

       La paga degli operai per effetto della parificazione con gli impiegati diviene mensile e non più oraria,

       tale passaggio porta ad una perdita di 11 ore e 20 minuti annui di retribuzione, pari a 5 Euro netti al

       mese in meno che saranno garantiti agli operai attualmente in forza, ma non ai nuovi assunti .

  Fim, Fiom, Uilm, Fismic e buon ultima l’ Ugl vorrebbero il consenso ad un Contratto che prevede anche :

        la validità non più per due anni , ma per 30 mesi che per la seconda volta accetta di allungare il contratto di sei mesi venendo incontro alla richiesta padronale della triennalizzazione, che fa da apripista al tentativo di smantellamento del Contratto Nazionale ;

        l’aumento delle comandate da 4 a 5 turni, senza impedimenti per i giorni festivi e per le notti ;

        il furto di un PAR trasformato in giornata lavorativa da recuperare l’anno seguente ;

        durata del lavoro interinale e precario vario, per ben 44 mesi ;

        nessuna riforma dell’ inquadramento unico  e maggiori difficoltà per passare dal 3° al 4° livello .  

I poteri dei Delegati per la sicurezza restano com’erano, cioè quasi simbolici ed il complesso di fattori economici e normativi sopra sommariamente descritti ci permette di poter dire che gli infortuni e le malattie professionali non subiranno un decremento, ma per effetto dell’aumento della precarietà, delle ore di lavoro, dei bassi salari assisteremo ancora una volta alle tragedie sui posti di lavoro .

 

Il precariato durerà almeno 44 mesi, oltre cui ci sarebbe la conferma a tempo indeterminato, ma solo per coloro che nella stessa azienda e nella stessa mansione sono sottoposti a termine . Per i contratti a termine si applica quanto previsto dalla Legge, 36 mesi più una proroga, mentre per i lavoratori interinali non c’è nessun limite temporale . Nel testo firmato non sono previsti né percentuali, né tetti massimi, né garanzie di priorità nelle assunzioni per i lavoratori precari .

 

Per quanto riguarda l’orario di lavoro, le ore di lavoro straordinario, esenti da contrattazione e quindi nella piena disponibilità padronale, aumentano di otto ore, passando da 32 a 40 ore nelle imprese sopra i 200
dipendenti ( i sabati comandati  alla SATA le domeniche sere  – passano da 4 a 5 ) .

Inoltre, uno dei sette Par ( Permessi annui retribuiti, corrispondenti alle festività soppresse) a fruizione collettiva può essere spostato all’anno successivo oppure monetizzato in maniera individuale .

L’orario plurisettimanale, precedentemente previsto per le sole aziende stagionali, viene esteso a tutte le aziende. Infine si prevede la possibilità di trasformare, previo accordo con le Rsu, le 64 ore di
flessibilità in straordinario, che per legge è stato defiscalizzato e quindi è più conveniente per le aziende .

Il giorno di ferie in più si ottiene dopo ben dieci anni di lavoro e cinque giorni di ferie in più solo dopo diciotto anni di lavoro .

In compenso il padronato ottiene due giorni di lavoro subito ( il 5° di straordinario obbligatorio ed un Permesso retribuito in meno ) ! Nel complesso quindi l’orario di lavoro aumenta .


Dopo oltre 35 anni viene ripristinata la categoria 3° Erp (ex 3+ degli anni ’50), abolita dalle lotte operaie degli anni ’70 per garantire il passaggio dalla 3° alla 4° categoria .

Questa categoria intermedia serviva appunto per congelare il passaggio dalla 3° alla 4° categoria .
La parificazione operai-impiegati comporta l’allungamento del periodo di prova ( per il 3° livello da 12 giorni a un mese e mezzo, per il 4° livello a tre mesi, ecc) e del periodo di preavviso per le dimissioni .
 

In realtà in questo accordo è emersa tutta la debolezza della direzione sindacale rispetto alla controffensiva padronale che punta apertamente alla disfatta totale del sindacalismo operaio .

A questo contratto di fame bisogna dire NO, non mugugnando e lamentandosi  senza poi andare a votare, con la rassegnazione che le cose restano sempre uguali, ma andando a mettere un chiaro segno sulla scheda perché chi pensa di dissentire non votando, sappia che aiuta solo a far vincere il SI .

 
Alternativa Sindacale, insieme all’ USI nazionale,  ritiene necessario organizzare unitariamente con tutte le forze disponibili la battaglia per il NO all’ipotesi di accordo, perché un altro contratto era ed è possibile, ma anche per mantenere aperta la prospettiva della costruzione di un altro modello sindacale, non concertativo .Una vittoria del NO alla SATA ridarà speranza a tutti i metalmeccanici italiani contribuendo ad una vittoria del NO nazionale che farebbe riaprire la trattativa, per aumenti più sostanziosi ed una parte normativa meno penalizzante. Noi chiediamo  ai lavoratori di votare ed anche di vigilare sulle operazioni di voto chiedendo che fra gli addetti ai seggi ci siano anche i rappresentanti del NO  per evitare che di notte nelle urne cadano “accidentalmente” schede prevotate, come è già successo in passato  . 

Lì 16. 02. 2008

 

Per  Alternativa Sindacale – USI/AIT

 

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