COSA CI HA INSEGNATO LA LOTTA DEI LAVORATORI DELLA SPX DI SALA BAGANZA

Come sindacati di base attivi sul territorio parmense,intendiamo esprimere
alcune considerazioni sulla vicenda SPX Italia.

I lavoratori e le lavoratrici SPX di Sala Baganza (PR),dopo le prime avvisaglie
avute nel mese di giugno, a settembre si trovano materialmente di fronte alla
volontà da parte dell’azienda di licenziare (mettere in mobilità) 45
persone,attraverso un piano aziendale che vuole de localizzare in toto la parte
produttiva della sede locale in Francia e Germania,senza precise prospettive per
i reparti restanti. SPX (multinazionale statunitense),col suo stabilimento di
Sala Baganza ,non era in crisi; la delocalizzazione ed i licenziamenti
rappresentavano unicamente un riassetto organizzativo corrispondente alle
esigenze logistico-finanziarie della dirigenza internazionale.

I lavoratori e le lavoratrici SPX, che fino a quei giorni avevano lavorato in
una realtà “semifamigliare”, in un clima di “pace sociale”, senza conflitti e
con uno scarso livello di sindacalizzazione militante e partecipata, prendono
materialmente atto di essere unicamente pedine soggette ai voleri ed allo
sfruttamento padronali,cominciano a definirsi come tutti appartenenti ad una
classe(quella operaia) che ha interessi contrapposti rispetto alla classe padronale.
I lavoratori e le lavoratrici SPX decidono di confrontarsi con la loro
controparte attraverso la pratica del conflitto.
Passando sempre attraverso l’assemblea dei lavoratori: cominciano gli scioperi,
si attiva il presidio permanente davanti allo stabilimento,si vota
democraticamente l’estensione della delegazione trattante ad altri lavoratori
oltre le RSU, con la lotta e la fermezza delle proprie posizioni si conquista il
riconoscimento e l’ufficialità del “consiglio di fabbrica” al tavolo di
trattativa dell’unione industriali.

La lotta di questi lavoratori e lavoratrici per l’unità espressa,per la volontà
di portare avanti il conflitto, per la coscienza di classe che andava
maturando,ha rappresentato da subito un esempio per tutti.

Il presidio permanente alla SPX di Sala Baganza è diventato un punto di
riferimento per i dipendenti di altre aziende, la lotta e la determinazione per
conservare i posti di lavoro e riscrivere un piano industriale che rispettasse
la dignità di tutti hanno rappresentato un eccellente esempio di conflitto
operaio, dimostrando come né contractors, né guardie armate possano nulla contro
la determinazione della classe operaia, quando questa prende coscienza delle
continue umiliazioni che la classe padronale gli infligge.

I lavoratori SPX hanno saputo rispondere alle provocazioni e alla condotta
antisindacale dell’azienda,articolando diversamente le modalità di lotta e le
forme di sciopero, arrivando dopo diversi giorni di sciopero totale ad oltranza,
allo sciopero delegato dei reparti vitali, con il fine di colpire nel “cuore”
l’azienda razionalizzando le scarse risorse economiche disponibili tra i
lavoratori permettendo il proseguo ad oltranza della lotta.
La solidarietà materiale e politica di proletari,di singoli cittadini,di
comunisti e di libertari,di lavoratori tra i quali molti organizzati dai
sindacati di base,di giovani precari e di studenti antagonisti: è andata aumentando.

In alcuni casi il presidio alla SPX è diventato anche passerella per alcuni
volti politici locali e nazionali, pronti ad interpellanze e comunicazioni
parlamentari per dare risonanza alla lotta, a dichiararsi dalla parte dei
lavoratori;dimenticandosi molti di non corrispondere poi, con l’agire quotidiano
teorico-pratico, all’interesse della classe lavoratrice. Ne è un esempio Di
Pietro che con il suo partito (IDV) si proclama paladino dei deboli, ma che (per
esempio) nel parlamento europeo aderisce al gruppo dell’Alleanza dei democratici
e liberali per l’Europa,ovvero ad uno dei principali gruppi che promuovono
normative antioperaie e liberiste.

Oggi il segretario FIOM ricorda che sono passate 18.000 ore di sciopero e 56
giorni di presidio: un lungo periodo di lotta per i lavoratori.
Un lungo periodo di lotta anche per la FIOM,che nonostante sappia rappresentare
ed organizzare spesso bene il conflitto, alla fine deve comunque corrispondere
ed essere “compatibile” ad una realtà confederale concertativa e
collaborazionista come è la CGIL.
Allora diventa difficile rilanciare coi lavoratori provati dalla lunga
lotta,dalla propaganda padronale,dall’isolamento(nonostante la solidarietà di
molti proletari) che una lotta di fabbrica sperimenta nella società in cui
viviamo oggi.
Allora il terreno è fecondo per accompagnare la maggioranza dei lavoratori e
lavoratrici che tanto hanno saputo lottare, ad accettare un accordo definito
“positivo”.
Un accordo che non cambia i piani industriali della dirigenza SPX, che non
garantisce i livelli occupazionali né attuali, né futuri.
Un accordo che monetarizza l’espulsione di forza lavoro e che ascrive i
licenziamenti sotto la voce “mobilità volontaria”, con il ricatto occulto che
prevede la mobilità secondo i termini di legge nel caso in cui questi
“volontari” vengano a mancare alla data del 20/11.

I sindacati di base di Parma , che fin dall’inizio hanno messo a disposizione le
proprie risorse materiali e militanti per la battaglia dei lavoratori SPX,su
quel tenace esempio,invitano tutti i lavoratori ad organizzarsi
(indipendentemente dall’appartenenza sindacale) in comitati di lotta affinché le
vertenze conflittuali siano organizzate,gestite e dirette dai lavoratori in
prima persona senza deleghe e procure in bianco.

Per questa ragione i sindacati di base mettono a disposizione le proprie
agibilità per collegare i lavoratori delle diverse aziende,con l’obiettivo della
costruzione di un coordinamento operaio che sappia produrre iniziative e
piattaforme rivendicative proprie.

Come concreto contributo i sindacati di base hanno aperto una CASSA DI
RESISTENZA che verrà utilizzata per aiutare e sostenere le realtà di lotta che
continuano ad aprirsi sul nostro territorio.

I sindacati di base di Parma
CUB – RDB – USI/AIT
Parma, 12 novembre 2009

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