Sciopero del 12 dicembre, USI sezione Parma

Comunicato ufficiale

La sezione di Parma, sentiti gli iscritti e consapevole della profonda spaccatura in atto anche tra le sigle del sindacalismo di base, ritiene opportuno, contrariamente a quanto deciso a livello nazionale, non aderire allo sciopero perché quel giorno la presenza del sindacalismo di base sarebbe di fatto annullata dalla presenza CGIL, sindacato col quale da sempre non vogliamo avere niente a che fare. Il rischio concreto è solo di fare numero per altri, che noi consideriamo alla stregua di contro-parte. Ciò detto, se a livello locale saranno fatte iniziative, ciò non toglie che potremo, informalmente, partecipare, nel puro spirito di collaborazione locale tra sigle.La CGIL, come sempre fa quando governa il centrodestra, sull’onda delle proteste diffuse scaturite dalla crisi si erge a “paladina degli sfruttati” e proclama uno sciopero per il 12 dicembre, recitando come da copione un ruolo di fittizia rottura con le altre componenti della triplice confederale. Ed ecco che, di nuovo, per riflesso condizionato, subito scatta la sindrome da suggestione: “bisogna esserci”, “è un treno decisivo”, “se non partecipiamo siamo dei settari”, ecc. Così facendo, accettando che sia la CGIL a dettare tempi e ritmi, aderendo di fatto alla chiamata del “grande sindacato” col rischio concreto di fare solo numero (e dimenticando che se adesso i lavoratori sono in uno stato di crisi e paralisi generalizzato, si deve anche alle politiche concertative della CGIL), si finge d’ignorare che questa decisione rappresenta un arretramento di almeno 15 anni del sindacalismo di base: mai era capitato, a memoria, una convergenza di parte così ampia del sindacalismo di base con la CGIL su un momento di così grande importanza come lo sciopero. E sia detto per inteso: capiamo la smania dei militanti per “fare sciopero” (noi stessi, che da sempre ne organizziamo e ci partecipiamo, soffriamo per questa situazione schizofrenica), capiamo la voglia di non assentarsi dalla lotta: comprendiamo tutto. Ma non possiamo non analizzare razionalmente cosa rappresenta scioperare quel giorno con quei compagni (?) di strada. Poco importa se la nostra piattaforma sarà diversa: quel giorno –e speriamo di sbagliarci- l’unica vincitrice sarà la CGIL. Non si poteva fare un altro giorno? Niente da fare: la forza della suggestione movimentista è più forte di tutto. E si badi bene: la nostra sezione non è formata da un cenacolo d’intellettuali libertari che rifiuta di sporcarsi le mani: al contrario, siamo lavoratori, da sempre aperti alla collaborazione totale con soggetti diversi. Ma tutto ha un limite. Restiamo in attesa di autorganizzarci per uno sciopero veramente di base, alternativo, indetto con modalità rispettosa della nostra prassi libertaria e dignità.  PER L’AUTORGANIZZAZIONE DEI LAVORATORI  Parma, 8 dicembre 2008

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