LA CRISI FINANZIARIA MONDIALE (2)

Le ipotesi e i possibili esiti

Siamo in una situazione paragonabile al 1929? Potremmo trovarci davanti ad uno scenario così disastroso?Potrebbe ripetersi un momento Minsky6 ?Non credo che sia facile tracciare un parallelo, se non in alcuni caratteri di similitudine che si ripetono adistanza di quasi un secolo. Allora la speculazione di borsa si basava sui “margin”7 . Adesso la speculazione si nutre di derivati. Allora il mercato crollò in maniera rovinosa per un lungo periodo di tempo, dopo alcune avvisaglie nel 1924 e nel 1927. Nel periodo tra il 21/10/1929 ed il 29/10/1929 il Dow Jones scese di oltre il 50%, ma andò a fermarsi a -88,20% l’8/7/1932: prima di tornare ai valori precedenti la grande crisi ci sarebbero voluti 24 anni ed una guerra mondiale costata 50 milioni di morti.Adesso il mercato è calato di circa il 50% sull’arco di un anno, ma nessuno è in grado di dire dove si fermerà(alcuni parlano di occasione storica per rientrare a comprare, i più predicano prudenza e prevedono altritracolli). Allora le autorità monetarie e istituzionali commisero una lunga serie di errori che finirono per6 aggravare gli effetti della crisi (restrizione monetaria, protezionismo, pareggio di bilancio), mentre ora sieccede in liquidità, senza peraltro convincere i mercati dell’efficacia delle politiche pubbliche. Scontri edeficit di coordinamento non sono mancati, tra i vertici mondiali, anche in questa occasione. La differenza più marcata consiste nella batteria di strumenti e nell’arsenale teorico che gli economisti e gli stati hanno a disposizione per fronteggiare la crisi. Gli strumenti pubblici sono oggi invocati da tutti, come unico possibile rimedio ad una situazione percepita come catastrofica. Si tratta di vedere se saranno in grado di funzionare, o se siamo effettivamente in una crisi priva di precedenti e quindi di strumenti adeguati alla sua gestione.Molti compagni cantano vittoria per la crisi ormai evidente del capitalismo, nella sua versione moderna e nelsuo carattere di economia privata fortemente sovvenzionata dallo stato. La crisi dell’economia mista sarebbegiunta al suo punto di non ritorno. In coerenza con questa impostazione, si tratterebbe di ragionare sul futuroe sulla nostra capacità di proporre e guidare un passaggio rivoluzionario verso una dimensione politica, sociale, economica, di tipo superiore, capace di superare le contraddizioni insanabili di un modello storicamente dato, che ha fallito.I riformisti di varia natura sostengono invece che a fallire è stata una forma di mercato senza regole, quindioccorrerebbe intervenire in forma dirigistica, ribadendo la validità del modo di produzione capitalistico, delmodello del capitalismo sociale di mercato, con una temporanea espansione del settore pubblico per salvareil sistema e poi regolamentarlo meglio (in particolare il settore finanziario) perché tutto questo non possaripetersi.I liberisti preferiscono evitare il discorso su colpe e responsabilità, non osano toccare il tema del carattere storicamente dato del capitalismo, chiedono un aiuto pubblico al sistema privato, di tipo incondizionato, temporaneo e poco invasivo, in modo da tornare presto a massimizzare i loro profitti, non appena i soldi dei contribuenti avranno provveduto a salvare le loro aziende, le loro banche, i loro investimenti sbagliati.In realtà dobbiamo ancora capire se gli interventi pubblici funzioneranno, o meglio se saranno sufficienti asalvare il capitalismo così come lo conosciamo, dopo qualche inevitabile correttivo ai delicati meccanismidella finanza. Nouriel Rubini è l’economista che in tempi non sospetti (settembre 2006) e con grande dovizia di particolari, aveva previsto l’esatto svolgersi degli avvenimenti che avrebbero preceduto e seguito lo scoppio della bolla. Secondo lui è ormai svanita l’illusione di trovarsi davanti ad una veloce recessione di 6 mesi a forma di V. Più probabilmente avremo una lunga recessione a forma di U, che durerà almeno due anni negli USA ed un periodo analogo nel resto del mondo. La profondità dei guasti nel sistema finanziario non esclude però uno scenario molto più pesante, con una recessione decennale a forma di L, come quella che ha conosciuto il Giappone dopo il 1990, allo sgonfiarsi delle bolle immobiliare e azionaria.Roubini propone un programma di otto punti, che presumibilmente rappresenta il massimo che il sistemainternazionale può oggi concedere, senza cambiare natura, sotto il peso della catastrofe incombente, nelquadro di interventi compatibili con le politiche pubbliche economicamente e politicamente accettabili:1) taglio dei tassi di 150 punti base;2) garanzia temporanea completa di tutti i depositi, smistamento delle partite finanziarie da istituti decottiad altri più solidi, sostenuti da interventi pubblici;3) rapida rinegoziazione dei mutui preceduta dalla sospensione delle esecuzioni immobiliari;4) massiccia iniezione di liquidità a tutte le istituzioni finanziarie solvibili;5) provvista di credito alle aziende private solvibili e alle PMI per evitare crisi di liquidità;6) massiccio piano di stimoli fiscali, lavori pubblici, reti di sostegno ai disoccupati, sgravi per le famiglie,aiuti agli enti locali;7) rapida ristrutturazione del sistema bancario, tramite ricapitalizzazioni, interventi pubblici e moratoriasulle insolvenze dei piccoli debitori;8) accordo tra paesi creditori e paesi debitori per consentire a questi ultimi di mettere ordine al propriointerno grazie all’utilizzo, remunerato, delle risorse dei paesi in surplus.SECONDO ROUBINI, L’ASSENZA ANCHE DI UNA SOLA DI QUESTE TERAPIE POTRA’ PROVOCAREIL CRASH DEL MERCATO, IL COLLASSO SISTEMICO DELLA FINANZA E UNA DEPRESSIONEGLOBALE.Se Roubini ha colto esattamente la dimensione dei problemi sul piano contingente, decisamente più ampia eprofonda è la lettura interpretativa che fornisce Immanuel Wallerstein. Il seguace di Braudel tenta di inserirei movimenti convulsi della finanza in una dimensione storica di lungo periodo. Secondo W. siamo con tuttaevidenza dentro un momento terminale di una fase B di un ciclo di Kondratieff8 , fase seguita ad una fase A(1945-1975) dove il capitalismo ha ricavato profitto dalla produzione materiale, mentre da oltre 30 anni haspostato il suo baricentro sulla finanza e la speculazione. Siamo in una fase di passaggio in cui il capitalismonon riesce più a “farsi sistema” nel senso di Ilya Prigogine9 , cioè tende a deviare in modo troppo frequentedal suo equilibrio (chimico, biologico, sociale). E’ il caos, la lotta non è più tra sostenitori e avversari delsistema, ma tra gli attori stessi, che lottano tra loro per determinare un certo esito alla transizione in corso.Questa situazione di caos sistemico può durare da 2 a 5 anni, prima che prevalga un qualche esito intelleggibile.Quindi tra 10 anni, forse, ne sapremo di più, mentre solo tra 30/40 anni potremo capire chi ha vinto e che tipo di sistema avrà prevalso: potrebbe prevalere un modello di sfruttamento più violento dell’attuale, oppure un sistema più redistributivo e più compatibile con le necessità umane e l’ambiente in cui viviamo. Certamente è una fase lunga, in cui il vecchio sistema, entrato in fase terminale, collassa definitivamente e lascia spazio all’agire sociale e politico, in cui possiamo provare a imprimere una direzione di sviluppo della crisi verso gli obiettivi che consideriamo primari. Siamo in una fase simile a quella del passaggio dal feudalesimo al capitalismo, durato dal 1450 al 1550, in cui le vecchie monarchie e gerarchie religiose furono costrette a veder emergere città, comuni, strati sociali che sarebbero poi diventati il perno della rivoluzione borghese. Il capitalismo sta cercando un suo nuovo centro, in grado di sostituire il modello egemonico americano, ma ad oggi è impossibile individuare chi vincerà, tra Europa, Cina, India, Russia, e così via. Nella fase intermedia una pluralità di centri si candiderà alla guida del mondo, dietro la cortina fumogena di una dispiegata cooperazione internazionale. Alla fine però la dinamica centro-periferia finirà per imporsi nuovamente, non senza scontri violenti e/o sotterranei per fornire una nuova soluzione “di sistema” alla crisi del sistema. In questa fase di transizione, densa di incognita ma anche di possibilità, ci troveremo ad agire nei prossimi anni. NOTE: 1 I subprime, o “B-Paper”, “near-prime” o “second chance” sono quei prestiti che vengono concessi ad un soggetto chenon può accedere ai tassi di interesse di mercato, in quanto ha avuto problemi pregressi nella sua storia di debitore. Iprestiti subprime sono rischiosi sia per i creditori sia per i debitori, vista la pericolosa combinazione di alti tassi diinteresse, cattiva storia creditizia e situazioni finanziarie poco chiare, associate a coloro che hanno accesso a questo tipodi credito [ndr]. 2 I fondi hedge (in inglese hedge funds) sono fondi speculativi e nascono negli Stati Uniti negli anni ’50. La leggestatunitense prescrive che gli investitori abbiano un patrimonio di almeno un milione di dollari o entrate nette per oltre200.000 dollari. Il numero dei soci non può essere superiore a 99.Si caratterizzano per:– l’utilizzo di tecniche e strumenti di gestione avanzati, spesso non adottabili dai fondi comuni (o direzionali) per motiviregolamentari;– la struttura commissionale, basata su una commissione di gestione annua ed una commissione di performance (tipicamenterispettivamente pari a 2% e 20%);– l’investimento nel fondo speculativi di una quota rilevante di capitale da parte dei gestoriI fondi speculativi hanno l’obiettivo di produrre rendimenti costanti nel tempo, con una bassa correlazione rispetto aimercati di riferimento, attraverso però investimenti singolarmente ad alto rischio, ma con possibilità di ritorni moltofruttuosi. Sono contraddistinti dal numero ristretto di soci partecipanti e dall’elevato investimento minimo richiesto. Sono soggetti ad una normativa che per quanto riguarda la prudenza, è più limitata rispetto a quella che vincola gli altri operatori finanziari. Una tipica operazione effettuata dagli hedge funds è la vendita allo scoperto, a scopo ribassista; tale operazione infattinon è permessa, di norma, ai fondi comuni canonici di diritto italiano (costituiscono eccezione i fondi che hanno recepito le nuove normative Ucits III). Sono fondi ad alto rischio per l’investitore. In Italia sono rappresentati da fondi comuni di investimento speculativi (decr. Min. Tesoro 228/1999) recante norme per la determinazione dei criteri uniformi per i fondi comuni di investimento. Quest’ultimo costituisce uno schema strutturale atipico disciplinato attraverso negozi privatistici, disancorato dalle modalità di partecipazione e dall’oggetto tipico dell’investimento rispetto ai fondi comuni classici. Le Società di gestione del risparmio (SGR) possono istituire fondi speculativi il cui patrimonio è diverso da quello previsto in via prudenziale dalla Banca d’Italia con reg. 20/09/1999 [ndr]. 3 I prodotti derivati sono degli strumenti finanziari che “derivano” le loro caratteristiche e il loro valore da altri prodottisottostanti (underlying). Tali prodotti possono avere natura reale (si tratta di beni fisici come oro, petrolio, soia etc.) ofinanziaria, in questo caso si fa riferimento ad un Indice di Borsa, ad una valuta, ad un tasso di interesse o ad una singola azione. Si suddividono in due categorie: i “futures” e le “opzioni”.Un contratto futures può essere definito come “un acquisto o una vendita a termine di un determinato prodotto(finanziario o reale) sottostante”. Attraverso un contratto future un investitore “scommette” su un certo andamento deiprezzi del sottostante. Anche le “opzionisono dei contratti a termine dove, a differenza dei futures, l’oggetto del contratto è un diritto. Attraverso un contratto di opzione viene scambiato il diritto di “acquistare” o “vendere” una determinata quantità di un prodotto sottostante ad un certo prezzo e ad una certa scadenza (o entro una certa scadenza [ndr].

 

4 Le carte revolving sono una forma di prestito mascherato. Non richiedono un deposito bancario a garanzia e permettono di prelevare contante da Bancomat che poi viene restituito ratealmente [ndr].

 

5 Una Dot-com è un’azienda di servizi che fa la maggior parte del suo business tramite un sito internet. Il nome deriva dal comune utilizzo da parte dei siti del dominio di primo livello .com. Le Dot-com furono le protagoniste, in negativo, della bolla speculativa della new-economy all’inizio degli anni ’90, quando numerose di esse fallirono generando una recessione della New Economy.Dot-com può riferirsi sia alle compagnie che oggi fanno business su internet, ma può essere usato più specificatamenteper riferirsi alle aziende con questo modello di business che lo fecero durante la fine degli anni 90. Molte di queste startup naquero grazie al grande surplus di fondi di venture capital ed al grande ottimismo del mercato azionario durante la fine del ventesimo secolo. Per questo motivo, il termine Dot-com può avere una valenza negativa rappresentando molte delle aziende che fallirono, illuse di poter costruire facilmente delle fortune senza grosse capacità né idee [ndr]. 6 Hyman Philip Minsky è stato un economista statunitense, collocabile vicino al filone dei post-keynesiani, noto per lasua teoria dell’instabilità finanziaria e sulle cause delle crisi dei mercati.Minsky ha proposto alcune teorie che mettono in relazione la fragilità dei mercati finanziari e le bolle speculativeendogene ai mercati. Fondamentalmente, Minsky sostiene che in periodi di espansione, quando il flusso di cassa delle imprese supera laquota necessaria per pagare i debiti, si sviluppa un’euforia speculativa. All’origine delle crisi vi è un displacement, cioèuno “spostamento”, che altro non sarebbe che un evento esterno rispetto al sistema macroeconomico, che spinge i soggetti a credere che vi saranno forti rialzi nel valore delle attività (siano queste reali o finanziarie). Ne consegueun’espansione creditizia, che alimenta ulteriormente l’euforia. Nel momento in cui ci si rende conto che l’espansione dei prezzi è terminata, inizia la corsa alla vendita, che può portare al panico sui mercati, e ad effetti negativi anche sull’economia reale [ndr]. 7 Il margin è stata una pratica diffusa nelle borse degli anni trenta ed è stata una delle cause del crollo del 1929 a NewYork. Le azioni erano acquistabili dietro anticipo del 10% del loro valore al broker. Molti speculatori prendevano aprestito denaro dalle banche (a elevati interessi) per acquistare azioni in grande quantità e crearne un rialzo artificioso esubito rivenderle con plusvalenza (e in grado ripagare il 90% di quota restante sulle azioni acquistata). Non si tratta di una semplice scommessa al rialzo. L’anticipo del 10% consente un effetto leva. Dato un titolo il cui valore unitario si misura in 100 (in centesimi).Il prestito di 100 può essere utilizzato per comprare un’azione del titolo (pagando subito il suo valore) oppure 10 azioni(del valore di 100) anticipando solo il 10% della somma.La quantità di azioni di cui si dispone è molto maggiore (maggiore di 10 volte di quella acquistabile pagando subito ilcontrovalore) e quindi sufficiente a stimolare trend rialzisti. Il guadagno che si ha vendendo non appena si rialza il prezzo, non è realizzato su una sola azione ma su uno stock consistente (impiegando lo stesso prestito): se i guadagni vengono reinvestiti per ripetere il procedimento si creano trend rialzisti che possono durare nel lungo periodo, allontanare il valore di borsa dal valore reale dei corsi azionari e creare delle bolle speculative esplosive [ndr].Un paradosso tipico è quello di società a grande capitalizzazione il cui 80% è investito nel 20% di una controllata di valore borsistico molto inferiore: normalmente il differenziale è debole nelle società operative (alla base dei gruppi finanziari) e maggiore nelle società capogruppo-cassaforte. 8 La formalizzazione del ciclo dell’economia capitalista, della durata di 50-60 anni e riguardante i prezzi, i tassi d’interesse ed altre variabili, è dovuta a Nikolai Dmyitriyevich Kondratyev, un economista russo, il quale riteneva che l’iterazione tra fenomeni correnti generasse un pattern ripetitivo su un periodo di tempo lungo. Per aver contraddetto le tesi marxiste riguardo all’ estinzione dei sistemi capitalisti, il governo sovietico lo spedì in Siberia, dove morì ad un’età di 46 anni.K. integrava un’analisi economica e politica all’interno di un contesto storico fatto di guerre, scoperte importanti ecambiamenti nell’opinione pubblica, giungendo al risultato che in un’economia capitalistica si sarebbero susseguiti deitrend, ognuno della durata approssimativa di 54 anni. I suoi studi furono tradotti all’inizio degli anni ’30, e si scoprì cheKondratieff aveva previsto non solo la depressione di quegli anni, ma anche la bolla speculativa che la aveva preceduta. Un ciclo di Kondratieff è scomponibile in 4 fasi, cui corrispondono diversi “umori psicologici” e quindi comportamentidiversi da parte degli individui: tali fasi sono la crescita, la recessione primaria, il periodo di stabilità e la depressionesecondaria. Nella prima fase, che richiede in genere circa 25 anni per completarsi l’inflazione gioca un ruolo importante, ed accompagna la crescita. Questo è un periodo in cui il benessere si diffonde, sottoforma ad esempio di risparmio ed accumulo di ricchezza. Aumenta l’occupazione ed i salari, nuovi prodotti e bisogni vengono diffusi, e la tecnologia viene migliorata. L’aumento della produzione e del volume dei beni richiede una maggiore velocità della moneta, contribuendo a spostare i prezzi su un livello più alto. Quando il limite di questo trend sopraggiunge comincia la prima fase di inversione, in cui la parte di capitale che prima veniva destinata all’investimento e al risparmio, in questa fase viene impiegata tutta in consumi, creando una distribuzione dei beni prodotti che a sua volta tende a saturare il mercato.Contestualmente l’inflazione comincia a mangiare parte dei profitti e si instaura una fase di recessione inflazionaria chepuò essere accompagnata da quella che si chiama “peak war”, come nel caso della prima guerra mondiale, o del Vietnam. Questa fase, sebbene duri in media 4-5 anni, è in grado di orientare l’umore di una popolazione per diversi anni successivi. Si comincia a cercare la stabilità, e l’isolamento, ed incomincia a un Plateau di altri 7-10 anni.Da qui lentamente e selettivamente si fanno strada determinati settori ed idee innovative che successivamente sitramutano in euforia, torna il desiderio di consumo ed aumenta l’indebitamento: questa è la fase più feconda all’insorgere di bolle speculative, le quali danno il colpo finale ad un’economia già di per sé “drogata”. A questo punto la fase che segue ha tutte le premesse per essere negativa.L’accumulo esasperato di benessere costringe l’economia ad una fase di austero ritracciamento, in genere costituita datre anni di collasso, seguiti da una quindicina di anni di contrazione economica. Questo secondo Kondratieff è l’unicomodo che l’economia ha di depurarsi dagli eccessi precedenti [ndr]. 9 Ilya Prigogine, chimico belga di origine russa, premio Nobel, si dedicò agli studi dei sistemi chimici in grado di“autorganizzarsi” e sviluppò la teoria della “struttura dissipativi”, sistema aperto che si mantiene in uno stato di stabilità, anche se lontano dal punto di equilibrio: la struttura rimane la stessa nonostante un costante flusso di materia e un continuo cambiamento dei propri componenti, è definita “struttura dissipativi” proprio per enfatizzare lo stretto rapporto ntra la struttura stessa e il cambiamento (“dissipazione”) [ndr].

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