I DANNI SOCIALI DELLA RIFORMA MORATTI – GELMINI

“La precarietà del lavoro è il cancro di questa società: sconfiggiamolo a partire dalla scuola dove lo Stato è Maestro nel non rispettare le proprie regole.”

Da 30 anni, l’alternarsi di governi sia di destra che di sinistra ha portato avanti una politica di tagli, tesa all’ impoverimento dell’ istruzione, all’espulsione e alla precarizzazione dei lavoratori.

Col cambio di maggioranza seguito alle elezioni del 2001, la riforma Berlinguer (che già aveva sviluppato l’idea della scuola/azienda) è stata interamente abrogata dalla legge 53 del 2003, meglio nota come riforma Moratti, la quale a sua volta, è stata sospesa in alcune parti, e ritoccata in altre, a opera del successivo governo di centrosinistra (ministro Fioroni). Successivamente il governo piduista di Berluska il 29/10/2008 ha portato ad approvazione la legge 169/2008, la cosiddetta riforma Gelmini. In data 2/8/2001, i Ministri Moratti e Tremonti sostengono la tesi di Buttiglione-Casini (democristiani di centrodestra) di una manovra economica e finanziaria per favorire le posizioni della chiesa cattolica, sostenendo l’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche e assicurando finanziamenti a quelle cattoliche. Ricordiamoci che nel periodo del fascismo la chiesa stava con mussolini (patti lateranesi)

Una scuola diseducativa.

I danni che ha prodotto la riforma Moratti (2001) e Gelmini (2008 -2012) sono: Il voto in condotta, il super affollamento nelle aule, l’alternanza scuola lavoro, dove gli studenti si ritrovano a lavorare senza sicurezza e senza paga, la riduzione delle ore di lezione, la scelta precoce dell’indirizzo scolastico degli alunni, la valutazione che mira a selezionare gli studenti e i docenti, una scuola che diventa azienda ( produce utili anche a scapito dei diritti dei lavoratori), tagli sul personale, riduzione delle classi, innalzamento del rapporto alunni-docenti.  Con lo smantellamento che subisce la scuola pubblica sarà sempre meno l’opportunità di crescita, mentre si creeranno scuole e culture separate. La riforma va in senso opposto alle esigenze degli studenti che hanno bisogno di comunicare, socializzare e imparare il vero significato di crescere in un contesto che non li sminuisca, ma che li renda partecipe della sua stessa formazione culturale, dando le base per affrontare le tante problematiche della vita sociale. Una scuola dove manca il personale diventa inefficiente, penalizzando la crescita e formazione culturale degli studenti, mentre il personale che rimane tende ad essere autoritario. La scuola ancora oggi è autoritaria e con le riforme imposte dai vari ministri sarà ancora più difficile renderla umana. Il piccolo potere degli insegnanti ancora oggi viene rispolverato per reprimere e sottomettere il giovane e omologarlo secondo i parametri imposti da questa società che si regge sull’ingiustizia.  Il programma scolastico e la didattica sono ormai obsoleti, utilizzando spesso metodi nozionistici, come l’imparare a memoria, piuttosto che sviluppare il ragionamento e la critica. In questo contesto la scuola non è opportunità di crescita, di confronto, di formazione umana e culturale tra studenti e studentesse. L’antiautoritarismo nasce da un’azione di secco rifiuto dei caratteri repressivi della scuola (voti, interrogazioni, fissità al banco, chiusura nella classe, gerarchia…) e dei meccanismi di dipendenza che operano negli studenti (principio d’autorità, premio, castigo, promozione, bocciatura, selezione…).

Tagli e privatizzazioni producono una scuola sempre peggiore

La Finanziaria 2003 della riforma Moratti all’art. 22, commi 2,3,5,7 e 8, al comma 2 prevede un taglio del 6% in tre anni dei collaboratori scolastici, con una riduzione di almeno il 2% l’anno, pari a circa 2.000-2.500 unità l’anno, che si aggiungono ai 20.000 posti tagliati 2 anni prima. La norma contenuta nel comma 8 (ripresa dalla finanziarie 1998 e da provvedimenti legislativi successivi), prevede la possibilità per le scuole di appaltare all’esterno i servizi di pulizia, con conseguente riduzione del 25% dei posti di collaboratore scolastico negli organici di istituto. Questa norma ha comportato in 2 anni la decurtazione di 12.792 posti di ruolo su scala nazionale, secondo dati forniti dal ministero dell’istruzione, assegnando i servizi di pulizia a cooperative. Cooperative con a capo imprenditori molto spesso senza scrupoli che speculano sugli utili  dei lavoratori precari – ricattabili (sfruttamento dell’uomo sull’uomo). Questa ingiustizia azzera la dignità dell’uomo, creando un’altra gerarchia di sfruttati all’interno della scuola, col consenso dello Stato – padrone.

La carenza di fondi di istituto ha provocato anche la mancata manutenzione ordinaria: dalle fosse biologiche, alle porte antipanico di sicurezza degli stabili; quindi la mancanza di sicurezza minima prevista dalla  già 626. Nonostante la mancata sicurezza nelle scuole i piani di evacuazione di antinfortunistica e di antincendio sono svolti regolarmente.

Le mansioni del contratto integrativo Ata non sono mai state suddivise in modo equo tra i collaboratori scolastici a tempo determinato e indeterminato, creando in questo modo subordinazioni, disuguaglianze e conflitti tra i lavoratori. La direzione scolastica, invece di mediare il conflitto, reagisce con provvedimenti disciplinari.                                                                                                                                                           I tagli hanno causato anche la carenza di materiale: carta igienica, detersivi, scope, ecc., a danno sempre del personale Ata, che non ha più i mezzi necessari per lavorare. La carenza di tutto ha reso ancora più difficile far valere i propri diritti, creando problemi soprattutto al personale precario Ata che viene ricattato, sovraccaricato di lavoro e di responsabilità.

La disuguaglianza nelle mansioni lavorative ha creato un rapporto di lavoro: bidelli – impresa di pulizie.

L’intento, nella logica della privatizzazione del servizio, è quello di chiamare studenti e genitori a contribuire sempre di più alle spese per il funzionamento didattico e amministrativo delle scuole.

L’espulsione dei lavoratori dalla scuola continua

Fioroni, ministro dell’Istruzione dell’ultimo governo Prodi, dopo essersi occupato di smontare la precedente riforma Moratti, nel Cap. III art. 65, 68 della legge finanziaria 2006 prevede tagli per un importo complessivo non inferiore a 448,20 milioni di euro per l’anno 2007, 1.324,50 milioni per l’anno 2008 e 1.402,20 milioni a decorrere dall’anno 2009, per un importo complessivo di 3.174,90 milioni di euro che comportano la riduzione di circa 40.000 posti. Con la circolare n. 9537 del 14/12/’09 sul programma annuale 2010 il Ministro Gelmini riduce ulteriormente i finanziamenti alle scuole ricorrendo ad un artificio contabile: le spese per il funzionamento e per le supplenze sono state messe in un unico “calderone” e così le scuole per chiamare i supplenti saranno costrette a prosciugare il fondo.

La riforma Gelmini nel piano di attuazione dei tagli, dall’art. 64 delinea la manovra finanziaria ( legge 133/’08) della riforma: in 3 anni saranno tagliati (compresi quelli programmati dal centrosinistra) 87.400 docenti e 44.500 Ata, con una riduzione complessiva di risorse per la scuola di 7,8 miliardi di euro. In totale saranno 42.100 in meno nel 2009-’10, nel 2010-’11, 25.560 di meno, nel 2011-’12 saranno 19.676 in meno.

A febbraio 2011 è stato approvato al senato, il maxi-emendamento al decreto “milleproroghe”.

Il 19/6/2011, il ministro Gelmini ha stralciato dalla legge la regolarizzazione di una enormità di docenti già abilitati e “dimenticati” dal 2008.

Il documento di programmazione economica approvato dal governo piduista del Berluska, e presentato a Bruxelles, dice che ci saranno nuovi tagli per 13 miliardi fino al 2014, ma il ministro Gelmini smentisce. L’Italia è l’ultima in Europa negli investimenti per l’istruzione: il 5% del PIL, contro il 5,7 della media europea.

 

L’ingiustizia presente nella società si trasmette nella scuola

 

La  filosofia libertaria, propria dell’Unione Sindacale Italia, considera la diseguaglianza sociale e la divisione classista della società il prodotto della più generale divisione gerarchica del lavoro, tra la sfera intellettuale e quella manuale, tra chi sa e chi non sa (chi sa manovra inevitabilmente chi non sa), tra chi comanda e chi ubbidisce, tra chi ingrassa e chi fatica; lo Stato alimenta e perpetua tali  divisioni.

L’ultima tegola del governo ai danni dei lavoratori anche della scuola, decretato dalla finanziaria, è il proseguo del blocco del rinnovo dei contratti e delle retribuzioni fino al 2014 ed oltre. Attualmente i sig.ri ministri hanno decretato lo slittamento di due anni della liquidazione (Tfr) e la possibilità di non erogare la 13° mensilità.     Solo una risposta generalizzata, compatta e unitaria, di tutti i lavoratori della scuola può fermare il massacro al quale è soggetta la scuola stessa.

Lottiamo per una scuola non autoritaria e di futuri uomini liberi, perché come ci ha insegnato il  filosofo R.Rocker, la cultura non si può creare su comando. Si crea da sé, sorge spontanea dalla necessità degli uomini e dalla loro attività sociale di collaborazione  se si eliminano quegli ostacoli che si frappongono.

USI – IUR (Istruzione, Università e Ricerca)

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Riforma Fiscale

Arriva la stangata con la riforma fiscale, aumento della pressione fiscale sulle categorie più deboli ed aumento dei disagi per i lavoratori della Sanità e della Pubblica Amministrazione, mancata riduzione della spesa in materia di costi della Politica, aumento del livello di povertà e della precarietà.

Le correzioni odierne si aggiungono alle misure già note del maxiemendamento, come la reintroduzione immediata dei ticket sanitari ed il contributo di solidarietà del 5% imposto alle cosiddette pensioni d’oro, quelle che superano i 90 mila euro. La manovra prevede anche una tassa contestatissima, superiore ai 200 euro, sui ricorsi al Giudice del lavoro per vertenze in materia di licenziamenti, contratti o mobbing in azienda.

Denunciamo il sistematico blocco della Contrattazione Sindacale ed il conseguente rinvio al 2014 della contrattazione in materia di adeguamento dello stipendio al caro vita sempre in aumento. Lo stipendio è tra i più bassi d’Europa,  l’aumento della perdita di potere d’acquisto stipendiale arriverà oltre uno stipendio e mezzo all’anno.

PENSIONI: Scatterà dal 2014 l’agganciamento dell’età pensionabile alle aspettative di vita. Inoltre per le donne ci sarà l’incremento di un anno Dell’età di pensione già a partire dal 1 gennaio 2012. Un altro anno scatterà dal 2014 e per ogni biennio successivo fino al 65 anni di età. Uno stop anche alla rivalutazione automatica delle pensioni d’oro. Il provvedimento riguarderà le pensioni che superano di cinque volte il trattamento minimo di pensione Inps. Per le pensioni di misura compresa tra 3 e 5 volte il trattamento minimo di pensione Inps, la rivalutazione sarà del 45%

BLOCCO DEL TURN OVER NELLA PA: Stipendi sospesi per un altro anno nella pubblica amministrazione e blocco del turn over nella PA. Il blocco dei trattamenti economici arriverà dunque fino al 31 dicembre 2014 (oggi è al 2013). Il blocco del turn over per un altro anno riguarda le amministrazioni dello Stato, ad esclusione dei Corpi di polizia, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, per le agenzie fiscali, e gli enti pubblici non economici.

SANITA’: Sulle ricette per prestazioni di specialistica ambulatoriale si dovrà pagare un ticket di 10 euro mentre è previsto il pagamento di 25 euro per i codici bianchi al pronto soccorso. Il provvedimento prevede anche 486,5 milioni di euro per il 2011 per il Ssn. Il finanziamento per il 2013 e’ incrementato dello 0,5% rispetto al 2012 ed è ulteriormente incrementato dell’1,4% per il 2014.

Per aiutare le banche vogliono farci fare la fine della Grecia. Bisogna ribellarsi.

AUTORGANIZZIAMOCI

UNIONE SINDACALE ITALIANA-SANITA’  sez. Parma

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LA LOTTA PAGA!

Con soddisfazione, l’USI-AIT sez. Parma comunica che la lotta che ha coinvolto gli operatori e le operatrici dei gruppi appartamento per disabili di Parma ha finalmente raggiunto l’obbiettivo.

Dopo mesi di lotte, comunicati, presidi, la coop. Proges, su spinta dell’USI, ha ritenuto di innalzare l’indennità giornaliera riguardo ai soggiorni e a accettato la possibilità di pagare direttamente in busta, per chi vorrà, i giorni di permesso post-soggiorno, senza conteggiarli nella famigerata “banca-ore”. Così facendo, l’obbiettivo della lotta, che era di non perdere neanche un centesimo con Proges rispetto a quanto da USI sindacalmente pattuito con la cooperativa che gestiva precedentemente il servizio, la Coop. Dolce, è stato raggiunto. E’ stata una lotta dura, difficile, complicata anche dall’atteggiamento di “quadri” che hanno reso ancora più complicato il confronto, ma alla fine la determinazione ha pagato.

Va ricordato inoltre che l’ accordo sindacale (?) che vigeva era quello firmato dalla CGIL e dalla CISL nel 2002, che ancora una volta hanno dimostrato come lavorano a difesa dei lavoratori, nonostante la retorica d’occasione.

Riconoscendo con lealtà il buon senso finale dimostrato dalla contro parte, non possiamo che ringraziare gli operatori coinvolti.

La dignità non è in svendita, AUTORGANIZZAZIONE OVUNQUE!

USI/AIT settore Coop Sociali sez di Parma

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Festa Hasta Siempre Bagna

Sicurezza sul lavoro, autogestione/autoproduzione, antifascismo, antiproibizionismo, lotte sociali. E il mondo Ultras. Provare a riunire tutte le persone che fanno parte di queste realtà è l’obiettivo di questa giornata di iniziative. Riunirle come avrebbe fatto il Bagna, con la sua naturale e spontanea capacità di tenere insieme mondi apparentemente molto distanti, consapevole dell’importanza e della necessità di questo lavoro faticoso ma necessario per raggiungere il suo, il nostro sogno: una Rivoluzione.
HASTA SIEMPRE BAGNA

Programma Hasta Siempre Bagna 2011- Spazio Feste Ravadese (PR) – Via Burla 289

18.00 Apertura (spazio bimbi con animatori qualificati, animazioni, mostre fotografiche)

19.30 Cucina con cous cous palestinese – tortafritta e salume/porchetta .

21.30 Ascanio CelestiniLa fila indiana / Il razzismo è una brutta storia (spettacolo teatrale – Ingresso euro 10 – info-line:3382674742 – prevendita: presso la Giovane Italia in via Kennedy fino a sabato alle ore 18.00, quando inizierà la vendita diretta all’ingresso della festa)

23.30 Dj Principe [rocksteady-ska]

00.30 Jungle Radio [Dance-floor Oriented]

02.30 Radio Silvanetti [Reggae-Dance Hall]

Spazio Electro [stage 2] dalle 00.30 con Christall&Akrom + Quia Sound System + Filthek (Skyclad Crew) + Noolak
Visual: BeatGeneration + Jessica Incerti

 

InfoPoint di Associazioni & Movimenti (in aggiornamento):

Fondazione Matteo Bagnaresi Onlus
Insurgent City (PR)
R.A.F. (PR)
Battaglia Comunista (PR)
Insurgent City (PR)
Usi Parma
Antiproibizionisti
Progetto Ultrà/Mondiali Antirazzisti (BO)
Ass.ne Partilhar (Poxoreu – Mato Grosso BRA)
Libera (MO)
Senza Censura
AntifaResistance (NA)
G.A.P. Gruppo di Azione per la Palestina – Parma
Radio Onda D’Urto (BS)
Al-sirat (BO)
Unione Sindacale di Base – Parma
Rete Diritti in Casa – Parma
Rebel Store San Lorenzo – Roma
Comitato Corretta Gestioni Rifiuti – Parma
Falce e Martello – Parma
Emergency

 

L’evento è frutto di lavoro volontario ed è totalmente autorganizzato e autofinanziato dalle compagne e dai compagni di Parma, dagli amici e dalle amiche di Mattteo. L’incasso sarà devoluto in beneficenza alla Fondazione Matteo Bagnaresi Onlus. Non c’è scopo di lucro.

L’ingresso alla festa sarà ad offerta (escluso lo spettacolo teatrale di A. Celestini)

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REFERENDUM O LOTTA?

Il 12 giugno si terranno quattro referendum, di cui almeno due di grande e ovvia rilevanza: quello sul nucleare e quello sull’acqua. Rilevanza ovvia visto che si tenta, da parte governativa, di rimettere in discussione la scelta antinucleare (già fortemente espressa dalla maggioranza degli italiani nel 1987) con un recente decreto che prevede “l’introduzione e l’utilizzo di impianti nucleari di terza generazione” e nel secondo, di attuare una vera e propria privatizzazione delle risorse idriche (decreto Ronchi). Si tratta di referendum abrogativi, ovvero per la scelta antinucleare e antiprivatizzazione si dovrà votare sì. I referendum si terranno regolarmente perché sono stati dichiarati ammissibili, anche quello antinucleare, nonostante la moratoria sui processi di nuclearizzazione dichiarata furbescamente dal governo Berlusconi dopo la tragedia di Fukushima, perché di moratoria si tratta e non di rinuncia alle politiche nucleari.

Il rischio, a nostro avviso, non è tanto che i referendum non passino, quanto che non si raggiunga il quorum necessario dei votanti. Infatti, a parte i trucchetti del governo, l’oscuramento mass-mediatico sulla questione è quasi totale e si sa, per molti la realtà è solo quello che veicolano tv e giornali.

Detto questo non ci pare neppure il caso di insistere sulle ragioni dell’opposizione al nucleare e alla privatizzazione dell’acqua. Sono questioni che ci toccano da vicino e che fanno parte dei temi della devastazione ambientale e dell’accaparramento del risorse naturali e su queste crediamo che da parte di molti un minimo di riflessione onesta non possa che condurre ad una opposizione di qualche tipo.

Il problema è piuttosto che rapporto ci sia, in generale, tra le lotte condotte sul campo da popolazioni locali (citiamo solo la Val di Susa  – dove le lotte No-Tav proseguono con radicalità e azione diretta – e Terzigno o altre che si danno o potrebbero darsi contro discariche, inceneritori o smaltimento scorie radioattive o eventualmente la costruzione di nuove centrali) e l’arma referendaria, dunque istituzionale.

Molti libertari sono astensionisti attivi e tuttavia dell’astensionismo non fanno un dogma, ma piuttosto una coerenza con principi in continuazione verificati. E’ anche vero che i referendum non comportano una delega più o meno permanente, ma comunque assegnano ad una pratica istituzionale l’espressione di una supposta volontà popolare. Dunque, se non fosse raggiunto il quorum necessario, anche se prevalessero i sì, il risultato politico reale sarebbe quello di un pesante sconfitta degli anti-nuclearisti e dei fautori dell’acqua bene pubblico. E ciò porrebbe una pesante ipoteca sulla possibilità di sviluppo di futuri movimenti di lotta. Di questo dovrebbero diventare ben consapevoli i sostenitori dell’arma referendaria: non ci sono scappatoie istituzionali, le lotte condotte in prima persona e fondate sull’azione diretta sono l’unica arma dei lavoratori e degli sfruttati, le loro rappresentazioni dislocate nelle urne servono solo ad avvalorare la fandonia che il sistema sociale nel quale viviamo garantisca forme democratiche di espressione della volontà popolare.

I referendari ci hanno messo in uno sgradevole cul-de-sac: se il referendum passa contribuirà ad alimentare illusioni sulla democraticità della nostra società, se non passa sarà ipotecata la possibilità di far nascere un grande movimento di lotta contro la devastazione ambientale e speculazione sulle risorse.

Andare a votare, e votare sì, ha senso solo se dopo il referendum ci si impegnerà, in prima persona, per lo sviluppo di una campagna di lotte, fondate sull’azione diretta, contro tutti i mali e le aberrazioni di questo sistema sociale, altrimenti rimarrà solo un segno su di un pezzo di carta, inutile come tanti altri e buono solo a sgravare false coscienze.

 

Segreteria nazionale USI-AIT

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Nasce l’USI-Sanità di Parma

Ci basiamo su principi libertari, di classe, contro ogni accentramento burocratico; ci poniamo fuori dalle logiche confederali non più in grado di sostenere diritti  e dignità del Lavoratore.

Promuoviamo l’auto – organizzazione dei lavoratori per la difesa ed il miglioramento delle condizioni generali di vita e di lavoro, per un Servizio Sanitario gratuito e universale, auto – gestito direttamente da lavoratori ed utenti.

Siamo anticorporativi; promuoviamo la solidarietà tra tutti i lavoratori, occupati e disoccupati, di qualsiasi nazionalità e categoria sociale.

facciamo dell’opposizione a tutte le guerre uno dei nostri punti cardine.

Non vogliamo le RSU come una casta decisionale e poco vicine ai problemi dei lavoratori. Le RSU devono attenersi alle decisioni ed indicazioni di linee guida prese a livello assembleare con  i lavoratori.

Siamo autonomi da qualunque partito politico,  movimento specifico, filosofico e religioso.

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La Parmalat ai francesi? Una questione di profitto, punto e basta!

Dopo aver acquisito il 29% delle quote di Parmalat, la francese Lactalis ha recentemente lanciato un offerta d’acquisto di tutto il pacchetto restante. Dunque il controllo totale. Questo a conclusione (per adesso) di una crisi dell’azienda che dura da anni.

Tanzi & Co. hanno prodotto ciò che ha portato al più grande crack finanziario mai registrato in Europa. In Europa, solo perchè nel mondo ci sono stati solo uno o due casi di rilevanza più importante in termini di truffa.

Ingordi giocatori di borsa, semplici pesci che abboccano all’amo della finanza, gente che non vede l’ora di arricchirsi investendo tutto ciò che ha guadagnato lavorando una vita in titoli di borsa di cui non conoscono nulla e che dai quali si aspettano lauti guadagni, il tutto senza fare nulla, solo rischiando del proprio portafoglio.

Per questa gente non possiamo provare pietà. Non li si può giustificare. Se così hanno voluto, così provino ad uscire dalla merda in cui si sono cacciati!

Tutte queste alchimie finanziarie non prevedono nessuna preoccupazione per i lavoratori, che sono i soli a far funzionare gli stabilimenti e tutta la rete distributiva e che grazie a loro Parmalat ha a disposizione una liquidità che non ha eguali al mondo.

Improvvisamente il mondo finanziario scopre che il genere alimentare (vedi future su grano e derrate alimentari in nord Africa) ha delle potenzialità finanziarie enormi che promettono giganteschi profitti.

Questo mercato non è riconducibile ad un ideale organizzazione che possa riequilibrare le necessità di riempire le pance di chi ha bisogno di riempirle.

Ai lavoratori Parmalat, o comunque qualsiasi altri sotto altri padroni, cosa importa se il padrone si chiama Tanzi, Banca Intesa, Bondi, Lactalis? Importante è portare a casa uno stipendio.

Ma questa affermazione non può bastare più!

I lavoratori non possono essere considerati e non devono più considerarsi numeri che producono profitti per i soliti noti: i capitalisti.

Solo i lavoratori hanno nelle proprie mani il destino del loro futuro, che necessariamente coinvolge il destino di questa cazzo di economia!

Qualsiasi lavoratore in forza ad una qualsivoglia banda di capitalisti non ha nessun interesse se non quello di portare a casa un misero stipendio che non gli consente comunque di fare ciò che vorrebbe ma che gli garantisce una certa stabilità, stabilità che manca a molti altri e che rispetto a questi si sente un privilegiato e che per questo si sente autorizzato a girare le spalle a chi non è nella sua stessa condizione.

Tutto ciò perchè non si ha il coraggio di guardarsi in faccia allo specchio.

Noi lavoratori dobbiamo avere il coraggio di denunciare queste situazioni!

Noi lavoratori abbiamo il dovere di invertire la rotta che il sistema fascio-capitalista ci impone!

Noi lavoratori dobbiamo lavorare, appunto, per invertire e stravolgere la rotta dettata da squali pelandroni e da bughe mangia merda che stanno al loro gioco!

Tutti insieme, come sempre e da sempre, abbiamo queste possibilità!

E’ ora di mettere in pratica quelle che sono le nostre necessità che sono poi quelle di tutti!

 

Lavoratori USI Centrale del Latte

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Comunicato USI

 

L’Unione Sindacale Italiana esprime stupore per la risposta di Proges in merito alle rivendicazione espresse dagli operatori dei gruppi appartamento per disabili che giustamente  rifiutano di percepire il 30% in meno rispetto a quanto avveniva nel 2006 in occasione di week end e soggiorni.

Innanzitutto, è stupefacente che la coop. neghi che i gruppi non effettuino questi servizi da più di un anno: basterebbe conoscere un po’ la realtà per sapere che…è proprio così!

Inoltre, i conteggi a cui USI si riferisce sono complessivi ANCHE degli eventuali permessi retribuiti maturati: cosa che Proges sa bene, essendogli stato detto più volte: evidentemente, cerca di diffondere disinformazione per creare confusione.

Dispiace che una coop. come Proges, che si atteggia a grande azienda e sensibile alle legittime rimostranze dei suoi soci, opponga un rifiuto così netto e non adeguatamente sostenuto, ignorando i suoi dipendenti e, conseguentemente, gli utenti ai quali dovrebbe rendere meno difficile l’esistenza. Allo stesso tempo, vogliamo sperare che Proges non voglia affidarsi ad altri lavoratori per sostituire quelli che stanno lottando per non perdere i loro diritti: tale azione di crumiraggio così plateale è dai tempi dello sciopero agrario del 1908 che a Parma non si verifica, e trattandosi di utenti disabili e psichiatrici, nessun ente pubblico responsabile potrà mai avallare certe scellerate azioni che potranno mettere in serio rischio l’utenza. Queste azioni non appartengono alla cultura della città.

Invitiamo nuovamente Proges ad evitare atteggiamenti di controproducente chiusura, ed a cercare di riaprire la trattativa, con buon senso e spirito di collaborazione.

USI-AIT Parma

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1 maggio

PRIMO MAGGIO DEL SINDACALISMO DI BASE 2011
IV EDIZIONE
ORE 10 PARTENZA CORTEO DA BARRIERA SAFFI
ORE 12 FESTA POPOLARE AL PARCO “VERO PELLEGRINI”
Primo maggio del sindacalismo di base promosso dall’Usi di Parma
…Corteo da Barriera Saffi alle ore 10.30, dalle 12.00 festa popolare al parco vero Pellegrini.
Anche quest’anno si svolgerà la festa del Primo Maggio del sindacalismo di base, organizzata dall’USI/AIT, Unione Sindacale Italiana di Parma. Il corteo partirà alle ore 10.00 da Barriera Saffi e il percorso sarà quello degli anni scorsi (Barriera Saffi, Borgo delle Colonne, Borgo del Naviglio) per poi passare in Piazzale della Pace per il comizio di Simone Ruini dell’Usi di Reggio Emilia e proseguire con una festa popolare al parco Vero Pellegrini di fianco a Piazzale Allende, a cui tutti i cittadini, lavoratrici e lavoratori sono invitati a partecipare. La festa del primo maggio alternativo si salda con le altre esperienze di lotta presenti sul territorio, dall’antirazzismo alla lotta per la casa, alla lotta antifascista.
alcuni dei gruppi che suoneranno:

CORO DEI MALFATTORI (Parma)

FORZE BRUTE CREW(Reggio Emilia)

SPNS(Reggio Emilia)

TEAM EMILIA(Parma)

DANK&OGAMAN(Parma)

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APPELLO ALLA SOLIDARIETA’

MOBILITAZIONE PER I LAVORATORI GFE IN SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE

Dal 18 Aprile 2011 nove lavoratori hanno iniziato lo sciopero della fame e della sete. Si tratta delle estreme conseguenze della lotta iniziata da quasi duecento lavoratori della cooperativa GFE facchinaggio di Campegine (Reggio Emilia), per denunciare la condizione in cui si trovano dal novembre 2010, licenziati dalla cooperativa poiché erano riusciti a ottenere che si applicassero le condizioni previste dal contratto nazionale di lavoro.
La questione ha preso forma nel luglio scorso quando, dopo la firma dell’accordo sindacale che prevedeva l’applicazione del contratto nazionale in GFE, l’impresa Snatt, presso cui lavoravano, aveva manifestato la volontà di rescindere il contratto di appalto con la cooperativa GFE in favore di altri subappaltatori, lamentando un aumento dei costi non sostenibile.
I lavoratori sono stati informati del licenziamento dalla cooperativa tramite un sms che
comunicava: “Informiamo tutti i soci GFE che non siamo più fornitori di Snatt…”
Scoprendo poi che Snatt aveva riassegnato l’appalto ex GFE a due nuove cooperative nate in concomitanza con la chiusura di GFE stessa: Emilux e Locos Job, in cui infatti sono confluiti parte dei 500 soci lavoratori di GFE che hanno accettato minori tutele contrattuali.
Circa 200 lavoratori si sono opposti a questo trasferimento rimanendo senza lavoro; da allora hanno lottato con manifestazioni e presidi, fino ad arrivare a questi giorni e alla proclamazione dello sciopero della fame e della sete.
Questa estrema forma di lotta è la conseguenza dell’ennesimo rinvio dal tribunale a cui si erano rivolti per riottenere il lavoro e i diritti che spettano loro, e della condizione economica che le loro famiglie stanno vivendo a causa dei licenziamenti e dal mantenimento del presidio permanente dal novembre 2010.
Il Comitato NOpacchettosicurezza appoggia questi lavoratori e si unisce a loro nella denuncia di questo grave attacco ai diritti di tutti i lavoratori.
Lanciamo l’appello a sostenere la lotta partecipando al presidio permanente di Campegine, a diffondere il più possibile notizie su questa situazione terribile e a farsi carico economicamente delle esigenze delle famiglie e degli scioperanti.
SOSTENIAMO LA LOTTA!!!
Conto corrente IBAN: IT94O0538712802000001988307
intestato a “Flavia Prodi referente sottoscrizione pro lavoratori GFE”
Comitato Nopacchettosicurezza
Reggio Emilia
329‐0660868// 347‐1110155

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