SCIOPERO GENERALE MIGRANTE

 

Nel nostro Paese sindaci sceriffo, membri delle istituzioni e politici fomentano l’odio razziale, con l’unico scopo di distogliere l’attenzione delle persone dai veri problemi: la precarizzazione della vita e del posto di lavoro; la crisi economica e la difficoltà per le persone ad arrivare a fine mese; l’insicurezza sul lavoro. In un Paese con un maggior arricchimento di dirigenti, managers, imprenditori e politici, mentre una fetta sempre più ampia della popolazione si sta impoverendo.

I migrati sono stufi d’essere gli sfruttati, i criminalizzati, considerati un peso sulle spalle degli italiani “brava gente”, vogliono far sapere che sono quelli che nel nostro paese fanno i muratori costruendo le case e loro spesso devono vivere ammassati in tuguri; vogliono un futuro migliore per i loro figli e le scuole li respingono; accudiscono i nostri anziani e la pensione non la vedranno mai; sono arrivati in Italia per una vita migliore e muoiono come bestie nei posti di lavoro; scappano dalle guerre e trovano odio e aggressioni.

Siamo contro le leggi razziste, del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro che rende sempre più schiavi pur d’accettare qualunque salario, lavori pericolosi, aumento delle ore lavorative, pur di rinnovare il permesso. Diciamo, basta pagare centinaia di euro per un pezzo di carta che non arriva mai, vivere con una ricevuta in tasca, che non vale niente perché non permette d’accedere nemmeno ai servizi fondamentali, come il medico di base.

Il razzismo serve produrre precarietà, quando il governo impone redditi sempre più alti per il ricongiungimento familiare, taglia i sussidi sociali, minaccia fino a 18 mesi di reclusione in un Cpt (veri e propri lager) per tutti quelli che perderanno il lavoro. Stiamo parlando di cosa significa essere condannati a restare forza lavoro usa e getta per generazioni.

Nella Provincia di Parma i migranti sono quelli che mandano avanti i settori punta dell’ economia  come l’agroalimentare con stalle, raccolta ortofrutticola, caseifici, industrie di lavorazione e nel metalmeccanico, fabbriche…

  

Noi vogliamo:

-Il diritto alla casa per italiani e migranti, nuove politiche abitative per progettare nuove case popolari

-Blocco degli affitti

-Sicurezza nei cantieri e nei posti di lavoro

-Aumento delle pensioni e dei salari slegandoli dalla produttività aziendale

-Diritto all’istruzione per i figli dei migranti, no alle classi separate

-Abolizione della legge Bossi-Fini e quelle precedenti

-Contro la Carta di Parma

-Gli stessi diritti degli italiani sul lavoro e nella vita quotidiana

-Ritiro dei pacchetti sicurezza

-Abolizione del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro

-No al lavoro nero e alla precarietà per tutti i lavoratori

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