Le compagne e i compagni dell’Unione Sindacale Italiana – Sezione italiana dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori e Lavoratrici, esprimono il loro dolore e solidarietà verso tutte le popolazioni colpite dai terremoti del 20 e 29 maggio 2012. Denunciano altresì che quasi la totalità delle vittime del sisma sono operai deceduti durante i loro turni di lavoro. Questi lavoratori sono morti sotto il peso di capannoni industriali di recentissima costruzione a dimostrazione che, nonostante si continui a predicare che la migliore prevenzione sismica si debba attuare mettendo in sicurezza stabili abitativi e lavorativi, la logica perversa del profitto è prioritaria rispetto a quella della sicurezza delle persone. Sono stati mandati a morire con il ricatto della perdita del lavoro: questo è necessario ribadirlo con forte e chiara determinazione. E’ stata data la priorità a riprendere la produzione e non la priorità alla salvaguardia della vita della “merce lavoratori”. Si voleva dimostrare che tutto era stato predisposto per la “sicurezza” delle popolazioni, mentre tutto si è sbriciolato nei tragici secondi di martedì mattina aggiungendo lutti a lutti.
La produzione va sospesa fino a quando non ci saranno le condizioni di effettiva sicurezza e a tutti i lavoratori va garantito il salario.
Ora assistiamo, purtroppo, a scenari già visti negli ultimi anni in simili circostanze: militarizzazione del territorio, smembramenti e deportazioni di interi nuclei famigliari dalle loro case, dai loro paesi. I mass-media, sciacallano sul dolore per fare audience televisivo pronti poi a “voltare pagina” tra qualche giorno ove, ai pareri degli esperti, ai consigli dell’opinionista di turno, al politico in cerca di possibili nuovi consensi elettorali, farà seguito il disinteresse dei più. Invitano, come consuetudine, ad essere solidali dalle nostre comode poltrone di casa inviando sms da 2€ salvo non ricordare che il 2 giugno si “festeggia” una Repubblica che, invece di solidarizzare concretamente con i propri cittadini, preferisce “mostrare i muscoli” sotto il vigile sguardo del Capo dello Stato con una parata militare per i viali capitolini dal costo di oltre 3 milioni di euro!!! Anche in questa tragica circostanza lo Stato non ha rinunciato a mostrare il suo vero volto: chiediamo case e lavoro sicuro e ci rispondono con esercito in parata!!! Solo con la solidarietà, il mutuo soccorso e appoggio possiamo rivendicare la priorità alla difesa della vita umana contro la logica del profitto. Solo con l’autogestione nei luoghi di lavoro e nel territorio potremo realizzare una effettiva prevenzione verso eventi naturali che purtroppo, per negligenza e logica affaristica, assumono dimensioni di devastazione e lutto verso le popolazioni colpite. Alla carità statale, alla solidarietà opportunistica del politicante locale o nazionale che sia, alla loro “protezione civile” fatta di gerarchizzazione autoritaria e militarizzazione del territorio, le sezioni dell’USI-AIT si impegnano, nelle loro possibilità, a portare aiuti concreti alle popolazioni secondo quanto da esse, e solo da esse, richiesto e autogestito!!!
CONTRO LE ARMI DELLO STATO IN PARATA MILITARE
PORTIAMO LE NOSTRE ARMI DELLA SOLIDARIETA’
USI – AIT